«Se va alla Juve è un traditore, uno che canta sotto la curva al coro dei tifosi azzurri, come fa ad andare dal nemico numero uno?». Mercoledì, nel giorno della conferenza a Dimaro, De Laurentiis sapeva che il dado era tratto. Ma non sapeva che l’affare fosse così imminente con tanto di visite mediche già prenotate nella clinica la Moraleja da inizio settimana. «Io a gennaio volevo Perotti che poi è andato alla Roma perché lo scudetto lo potevamo vincere con lui», la teoria di Higuain-fratello. Si era stufato, dicono dal suo clan, di predicare nel deserto con una squadra appena normale. Banali scuse per giustificare un addio che ha il sapore amaro della coltellata alle spalle. Certo non pensava, Nicolas, di andare alla Juve quando in un tweet disse: «Come si fa a vincere contro una Juve così aiutata dagli arbitri?». Acqua passata, figurarsi. De Laurentiis ora è deluso, certo. Perché già dalla scorsa estate aveva offerto un rinnovo per blindare il suo bomber. Una offerta a cui gli Higuain non hanno mai dato peso. Probabilmente è da allora che Nicolas ha macinato chilometri in giro per l’Europa a offrire i servigi del Pipita: al Chelsea, poi al Psg, infine anche all’Atletico Madrid. La strategia della Juve ora è chiara, modello «Bayern Monaco»: spolpa le avversarie dirette creando un solco – che ora appare incolmabile – tra sé e le altre. De Laurentiis è rimasto anche amareggiato dal comportamento di Marotta che appena lunedì scorso aveva negato le sue reali intenzioni, quelle di versare la clausola: «Mi ha detto che non lo farà». Solo un paravento per nascondere la verità?
Fonte: Il Mattino