La mattinata dopo Trento porta con sé tante conseguenze, in campo e fuori. Spalti gremiti in ogni ordine di posto, tifosi alle prese con la questione Higuain. I napoletani quando amano, amano forte. E Carciato vibra quando Sarri varca la soglia del campo trentino, abbraccia Hamsik perché ad ogni addio aumenta sempre più la consapevolezza del suo legame con Napoli. L’allenamento inizia, ma ogni variante tattica, esercitazione atletica diventa secondaria rispetto al sentimento comune. Il gruppo, compatto, corre intorno al terreno di gioco, prendendosi tutti gli applausi della sua gente. Sarri fa svolgere ai suoi una serie di esercitazioni utili all’attivazione muscolare, ma ogni attimo libero viene colto dai suoi ragazzi per scrutare animi, sensazioni e parole di chi, teoricamente, sta lì per guardare loro. I giocatori di movimento vengono chiamati a numerose ripetute sui 40 metri, mentre i portieri vanno ad allenarsi sotto la parte “calda” della tribuna dello stadio comunale. Rafael, Sepe e Contini lavorano sulla tecnica di base nel passaggio di piede e sugli interventi bassi in uscita, per poi passare alla rapidità di reazione con intervento in presa alta seguito dalla spinta laterale verso il palo. Infine c’è spazio per una partitella 11 vs 11 a campo ridotto, giocando a 1 – 2 tocchi per migliorare la fluidità e il ritmo del gioco. Sospesi in un’atmosfera surreale, di attesa, metabolizzando ciò che è stato in attesa di quel che sarà.
A cura di Francesca Flavio