Il Napoli 2.0 del coach toscano è un cantiere aperto, tra mercato e campo. Si aspetta il ritorno degli altri Nazionali, lo sviluppo delle trattative e quello in termini strettamente legati al gioco stesso. Allenamento mattutino che si apre con un lavoro a secco tra corsa, ostacoli e scatti. I calciatori di movimento svolgono una partitella a due tocchi, senza conclusioni in porta. Esercitazione ordinata da Sarri per tenere alto il ritmo della manovra e sviluppare una maggior visione periferica. Contemporaneamente i portieri lavorano sugli interventi bassi, con partenza dal secondo palo per poi andare sul primo. A seguire spazio alle uscite in presa, a mezza altezza, al limite dell’area piccola. Contini, sotto la supervisione di Nenci, svolge una sessione specifica sulla reattività e la spinta da terra. Per poi attenzionare l’uscita bassa a coprire la zona del primo palo, collegata con lo schermo centrale su tiro ravvicinato. Porte girevoli a Carciato, visto che, dopo il numero 1 giuglianese, tocca a Sepe e Rafael. Il gruppo di lavoro che comprende gli uomini dalla cintola in su è impegnato nella situazione di gioco che prevede pressing e recupero con relativa ripartenza, proseguendo sulla falsariga dei giorni scorsi con gli attaccanti primi difensori in pressione decisa. Infine in campo restano soltanto gli 8 difensori per mettere a punto la situazione in cui bisogna coprire sull’esterno e “scappare” sulla successiva palla scoperta che viene giocata dal regista avversario o dall’esterno che viene dentro al campo. Hard work, play harder è la didascalia di questo training partenopeo.
A cura di Francesca Flavio