Via Higuain? Il passato lo ha insegnato, reinvestendo si migliora. Cavani e Lavezzi docet

Ma lunedì 25 si potrebbe ritenere davvero chiusa la querelle? Venisse presentata l’Offerta da 94,7 milioni, non bisognerebbe strapparsi i capelli. Non perché il Napoli abbia bisogno di questa ingente cifra – la saggia amministrazione del club ha consentito di accumulare una riserva superiore ai 50 milioni, secondo quanto dichiarato nel bilancio del 2015 – ma perché si può costruire una squadra altrettanto forte, o magari di più, a seconda della capacità di investimento e delle circostanze del pallone, peraltro non sempre prevedibili. Nell’estate 2013, dopo 103 gol in tre stagioni, Cavani lasciò il Napoli. Con i 64 milioni incassati dal Paris St. Germain, De Laurentiis prese giocatori che si sarebbero rivelati preziosi con Benitez e anche con Sarri, perché hanno costituito la base tecnica su cui impostare l’eccellente lavoro della scorsa stagione. Higuain, Mertens, Callejon e Albiol costarono complessivamente 68 milioni. Un’intera cifra reinvestita, e con successo. Ciò che potrebbe nuovamente accadere se da qui alla data di scadenza della clausola, non rivelata dal club, arrivasse il versamento per Higuain. È il ragionamento che la stessa Juve, regina dei fatturati nel calcio italiano, sta facendo dopo la proposta da 125 milioni del Manchester United per Pogba. Come potrebbero essere reinvestiti i milioni, in caso di partenza di Higuain? De Laurentiis ha da tempo il debole per Tolisso, giovane centrocampista del Lione, dichiarato incedibile dal presidente Aulas, comunque valutato non meno di 20 milioni. Aveva provato a lungo per il messicano Herrera (22 milioni), prima che scattasse lo stop del Porto. Come accadde tre anni fa, quando Cavani fece le valigie e si trasferì a Parigi, bisognerebbe trovare un attaccante di spessore.

Fonte: Il Mattino

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