Il ritiro è un passaggio fondamentale per una squadra di calcio perché è durante quest’ultimo che si cementa il gruppo, si mette a punto il proprio calcio e si allena anche l’aspetto mentale di ogni singolo calciatore. E’ proprio questo il tema dell’allenamento mattutino in Val Di Sole. Il mister, dopo il riscaldamento con ostacoli e non, ha provato lo scivolamento simulando le azioni in cui la sfera viaggia dal centro alla banda laterale: ripetizioni a go – go fin quando non si acquista il giusto timing nel momento in cui si deve scorrere sulla trasmissione della palla. La linea gioca alta per prendersi più campo possibile e, di conseguenza, toglierlo all’attacco avversario. Dinamica di gioco collegata alla pressione sul 9, quando va incontro, o all’assorbimento, quando prende il corridoio esterno. Situazioni già allenate nei giorni scorsi. Poi il coach volta pagina e inizia a scrivere il capitolo d’attacco: pressione della prima punta su portiere e difensore, coordinata con quella dei compagni di lato dove si svolge l’azione. Da evidenziare come sia, di fatto, fondamentale andare in pressing nello stesso momento per non rendere vano lo sforzo dei compagni. Quando invece è l’esterno del tridente ad uscire, quello opposto forma una linea a 4 con gli uomini di centrocampo. “Attaccante dentro, interno fuori” è la voce che si sente sugli spalti dal campo, l’ex guida tecnica dell’Empoli telecomanda i suoi durante lo sviluppo offensivo della manovra. Poche parole ma decise, a tenere alta la tenuta mentale di Tutino&Company. In ritiro si gettano le fondamenta della stagione che verrà e la veemenza di Sarri ne è la dimostrazione.
a cura di Francesca Flavio