Passa la linea dura del Napoli: il presidente De Laurentiis ha alzato un muro appena si sono diffuse la scorsa settimana le voci di una trattativa già intavolata dalla Juve che avrebbe offerto 60 milioni, più contropartite tecniche, dopo essersi già assicurata un sì di massima da parte dell’entourage dell’argentino. Fermo e deciso il no del Napoli: Gonzalo non si tratta, è incedibile, si può portare via solo con il pagamento della clausola rescissoria di 94,7 milioni. Questa la posizione del club azzurro da sempre, confermata ieri da De Laurentiis a Milano nel faccia a faccia con Marotta. Bloccata sul nascere l’idea della Juve di abbassare la cifra inserendo giocatori come Zaza, Pereyra o Rugani: il Napoli non tratta per il Pipita e lo aspetta in ritiro lunedì ed è pronto a rinnovargli l’offerta di un rinnovo triennale da 8 milioni stagione con possibile abbassamento dell’entità della clausola. Comunque, anche senza rinnovo, il club azzurro ha la ferma intenzione di trattenerlo fino al termine del contratto nel 2018. Proprio sul rinnovo è arrivata la rottura perché il fratello-agente Nicolas a fine giugno, subito dopo la sconfitta dell’Argentina ai rigori in Coppa America contro il Cile, ha dichiarato l’intenzione del Pipita di non rinnovare perché non riteneva la campagna acquisti idonea a poter vincere lo scudetto. De Laurentiis ieri ha cominciato a togliersi i sassolini dalle scarpe lanciando una stoccata all’agente di Gonzalo. «È un procuratore, noi non parliamo con loro ma con il giocatore che arriverà il 25 luglio». Il presidente azzurro ribadisce il concetto che fa fede solo una cosa, l’esistenza di contratto che lega il Pipita al Napoli fino al 2018. «C’è un contratto che dura cinque anni e ne sono passati solo tre. C’è una clausola rescissoria, se qualcuno vuole pagarla poi Higuain può accettare la proposta dell’eventuale club e il Napoli dovrebbe solo assecondare quelle richieste. Ma nessuna società fin qui ha fatto offerte e Gonzalo non mi ha detto nulla e io ho messo una clausola molto alta proprio perché non voglio vendere».