Ultras e criminalità organizzata, un connubio che esiste anche nel ‘rispettabile’ nord Italia

Quello che sta emergendo a Torino in merito alle presunte infiltrazioni mafiose nella curva juventina è sconcertante. Sconcertante ed avvilente è il fatto che un club come la Juventus permetta di farsi ricattare dagli ultrà. Non è una cosa nuova quella a cui stiamo assistendo. Ricatti simili sono avvenuti a Napoli ed anche in altri ambienti malavitosi del tifo italiano. Chissà da quanto tempo si protrae la collaborazione tra la dirigenza juventina e questi personaggi poco raccomandabili. La Dda di Torino sta indagando sul suicidio dell’ultrà bianconero Raffaello Bucci. Il tifoso delle Zebre, probabilmente, è stato vittima di chissà quali ricatti. Si perché il club di Andrea Agnelli regalava biglietti omaggio ad alcuni capi ultrà in per ottenere un clima tranquillo sugli spalti. Gli ultrà a loro volta guadagnavano rivendendo i tagliandi. Questo business ha attirato l’attenzione di alcune famiglie mafiose e della N’drangheta. Ecco cosa ha scritto il gip Stefano Vitelli: “Alti esponenti di una importantissima società calcistica a livello nazionale e internazionale (la Juventus, ndr) ha consentito di fatto un bagarinaggio abituale e diffuso come forma di compromesso con alcuni esponenti del tifo ultras. Avere consentito da parte di taluni responsabili della società juventina un sistema di questo tipo ha determinato, fra l’altro, la formazione di un importante giro di facili profitti su cui, come era facile prevedere, hanno messo gli occhi e poi le mani anche le famiglie mafiose operanti in zona, creando un pericoloso e inquietante legame di affari tra esponenti ultras e soggetti appartenenti a cosche mafiose”.

Pietro Colella

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