L’editoriale – Il mio pensiero agli azzurri d’ Italia e quelli del Napoli

Il primo pensiero è per gli azzurri dell’Italia. Avrebbero meritato di approdare in semifinale degli Europei di Francia. Perché hanno dimostrato che quando c’è unità d’intenti, cuore e voglia di stupire si può lottare alla pari anche con formazioni tecnicamente superiori e con organici non falcidiati da assenze pesanti. Va ricordato che Conte ha dovuto fare a meno di centrocampisti di statura internazionale come Marchisio e Verratti e che in terra francese ha perduto nel momento cruciale due pedine fondamentali quali De Rossi e Candreva.
Due considerazioni finali. Non mi è piaciuto l’atteggiamento di Pellè nel momento di calciare il suo rigore: ha irriso Neuer e sappiamo com’è andata, un atteggiamento da bullo, perdente.
Ora Conte, autentico uomo in più di una Nazionale povera ma bella va incontro al suo destino inglese. Porterà il Chelsea di nuovo in alto, c’è da giurarci. Gli subentrera’ il buon Ventura che si affiderà a diversi uomini nuovi. Auguri

Ed ora veniamo agli azzurri di casa nostra. Squadra rinforzata? Per il momento è tutto fermo. Siamo sempre al Tonelli solitario. Dovrebbe essere un po’ più vicino di qualche giorno fa il messicano Herrera. Ho già espresso il mio modesto convincimento, considero il centrocampista del Porto un elemento di sicuro affidamento e di navigata esperienza internazionale.
E la pista Witsel? Si segue anche quella, per carità. Ma chiede troppo il belga riccioluto. E allora c’è un ritorno di fiamma: il polacco Zielinski. Che non ancora si è accordato con il Liverpool e che la società di appartenenza – l’Udinese – avrebbe piacere di dirottare verso Napoli anche perché interessata al rinnovo del prestito di Zapata.
Ci sono altri nomi accostati al Napoli. Per decenza, li ometto.
Un’ultima considerazione va fatta. E riguarda Higuain che ha manifestato l’intenzione di non prolungare il contratto
dando mandato al fratello procuratore di agitare le acque. Non vorrei che fosse il gioco delle parti che mi fa venire in mente il vecchio adagio: Giorgio se ne vuole andare ed il vescovo lo vuol mandare via.

A cura di Adolfo Mollichelli

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