Ex Napoli in lista per il dopo Hodgson

C’ è da cinquant’anni che l’Inghilterra cerca di lasciare il segno nei grandi tornei. Alla vigilia dell’Europeo, sono partite le celebrazioni del titolo mondiale conquistato nel 1966 e su questa Nazionale si erano create enormi aspettative. Nel giro di 4 giorni, tra la Brexit e il k.o. con l’Islanda, la vecchia Inghilterra, cuore del Regno Unito, ha preso sberle pesanti. La connessione tra i due avvenimenti non è azzardata: il futuro è incerto su tutti i fronti. La disfatta di Nizza ha avuto un primo effetto. L’amministratore delegato della FA, Martin Glenn, ha aperto a una scelta straniera: «Stiamo cercando la persona migliore, non necessariamente il miglior inglese». Considerato che il panorama dei manager di casa è deprimente e il più bravo, Eddie Howe, ha 38 anni, le candidature straniere sono le più accreditate. Due nomi su tutti: Benitez e Blanc. Tra gli outsider Klinsmann, Pellegrini e Cesare Prandelli, sul fronte interno Pardew, Allardyce e lo scozzese Moyes, anche se nella serata di ieri è salita forte l’idea di affidare i Tre Leoni ad interim a Southgate, c.t. dell’Under 21. Ma se alla guida dell’Inghilterra hanno fallito i migliori al mondo, bisogna interrogarsi sulle vere ragioni dei ripetuti flop. È stato lo stesso Glenn porsi la domanda: «Dobbiamo capire perché nei grandi tornei toppiamo». L’Inghilterra è già rientrata a casa. L’aereo è atterrato a Luton alle 18: giocatori in vacanza e Federazione a caccia del nuovo allenatore.

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