C’ è da chiedersi a cosa serva la Lega, a cosa servano quelle riunioni estenuanti che quasi sempre si risolvono con un nulla di fatto. C’è da chiederselo da un po’, ma quel che è successo ieri è ai limiti del grottesco: l’assemblea ha bocciato la riforma del campionato Primavera, dopo che la commissione si era espressa favorevolmente quasi all’ unanimità. Abortito il tentativo di rilanciare un torneo che, così com’è, non agevola affatto la formazione e la valorizzazione dei talenti nel passaggio al professionismo. Giusto per completare la giornata trionfale, la Lega ha sì aderito alla sperimentazione nel massimo campionato della Video Assistant Referees l’aiuto tecnologico agli arbitri ma ha fatto sapere alla Figc che non potrà sobbarcarsi tutti i costi: parliamo di un milioncino per la prima stagione, con la A che incassa 1,2 miliardi dalle tv!
La riforma della Primavera era il minimo sindacale per un sistema ingessato, che attende invano da anni una revisione dei settori giovanili, con l’auspicata e sempre osteggiata introduzione delle seconde squadre in Lega Pro. A sentire i tecnici il coro era unanime: l’attuale torneo con le 42 squadre di A e B divise in tre gironi non è competitivo, i vivai più floridi hanno poche occasioni di confrontarsi ad alto livello e diverse partite hanno un esito scontato. Una commissione ad hoc si era insediata, aveva studiato la materia, si era pure giovata di una ricerca comparativa di 26 pagine del Centro studi della Lega. Alla fine 18 club su 20 (contrari Bologna e Sassuolo) avevano stabilito che la soluzione migliore sarebbe stata la seguente: creare due divisioni, a partire dal 2017/18, con una “Serie A” a 16 squadre in un girone unico e il meccanismo di promozioni e retrocessioni. Le 16 squadre sarebbero state scelte in base al piazzamento della prossima stagione e al ranking dell’ultimo quinquennio. Qualche società deve essersi fatta i calcoli e, temendo di non essere ammessa alla prima divisione o di retrocedere successivamente, ha bocciato ieri la riforma nell’ assemblea convocata per ratificare una decisione che, in sostanza, era stata già presa. Fonte: gasport