Avanti, adagio e con giudizio. In qualche modo la Coppa America e gli Europei, serbatoi di «scoperte» e di «conferme», frenano il calciomercato. Il messicano Herrera e l’uruguayano Vecino, nel mirino del Napoli giocano in America, così il polacco Zielinski e il croato Vrsaljko impegnati in Francia. Per il resto, siamo ai contatti e alle intenzioni. La Juve fa la gradassa con Dani Alves (33 anni), però ferma su Mascherano e in ansia per Morata. L’Inter prende Banega, El Tanguito, per illuminare il suo centrocampo opaco e un argentino va sempre bene, è nella tradizione interista. La Roma cerca soprattutto di trattenere Pjanic. Carratelli. E il Napoli? Una fisicità inadeguata, una grinta latente, un complesso poco muscolare sono stati la «lacuna» della squadra di Sarri. La «grande bellezza» non basta per vincere e il campionato italiano non è la Liga. È per questo che il Napoli cerca giocatori che «irrobustiscano» in ogni senso la «rosa». E li cerca giovani sull’onda di un progetto di grandi orizzonti per una squadra che potrebbe «esplodere» nel medio termine.Non si sa quanto i cinesi giunti a Milano possano sparigliare il mercato. Ma Inter e Milan sono squadre da rifondare. L’impressione è che saranno ancora Napoli e Roma le avversarie della Juve che punta l’anno prossimo al sesto scudetto consecutivo, traguardo epocale più che storico, possibile per la struttura consolidata del club torinese. La sfida va comunque lanciata perché i tifosi sono impazienti (meglio l’uovo oggi che la gallina domani) e così il Napoli viene sollecitato ad un ulteriore salto di qualità. Non è facile e non è una questione di soldi. Il Napoli di Sarri ha una fisionomia ben precisa e ritoccarlo è operazione non facile che richiede prudenza e fortuna. C’è però anche l’esigenza di una squadra «robusta» per la Champions.Si diceva del peso muscolare latente. Si è visto anche un Napoli «troppo corretto», incapace di fare «pressioni» sul campo, come sa fare abilmente la Juventus. Ma questo è un altro discorso. Fermiamoci all’esigenza di dare più «peso» alla formazione azzurra incidendo sull’intera «rosa».Per una grinta più accentuata è evidente che il messicano Hector Herrera (26 anni), già l’origine è una garanzia, sembra essere l’obiettivo migliore. Il giocatore gradirebbe il trasferimento, il Porto in cui gioca resiste. Potrebbe rivelarsi una trattativa anche politica. Il procuratore di Herrera è il figlio dell’ex premiere inglese Tony Blair. Il Napoli offrirebbe 15 milioni e siamo al di sotto delle pretese portoghesi (almeno 25).Forse Sarri guarda con maggiore interesse a quei giocatori già presenti nel campionato italiano, perciò senza problemi di «acclimatamento», insomma già pronti. Ma Herrera è un top. Sull’orizzonte nazionale, il Napoli si muove molto per la fascia destra, dal difensore del Sassuolo Sime Vrsaljko (24 anni, 15 milioni più Zapata) allo svizzero dell’Udinese Silvan Widmer (23 anni), in ultimo la «voce» sul milanista Mattia De Sciglio (23). Sono virgulti vigorosi che assicurano nuova energia. Ma il desiderio più forte era Matias Vecino (24 anni, 1,89) capace di giocare sulla destra e sulla sinistra del centrocampo. Ha però giurato fedeltà a Paulo Sousa e chiusa la porta al Napoli. Possibilità di attrarre il bolognese della Guinea Amadou Diawara (18 anni).Per centrocampo e difesa, idee e possibilità non mancano. C’è modo di rafforzare il Napoli. Se si chiudesse quanto prima per Herrera, i giochi successivi sarebbero più facili. Christian Maggio (34 anni) dopo otto campionati conclude la sua vita in maglia azzurra. Un caloroso saluto è d’obbligo. Ha dato tanto con una professionalità ineccepibile sino alla fine. Si conclude probabilmente anche la permanenza di Manolo Gabbiadini (24 anni), talento indubitabile ma fuori dal 4-3-3 di Sarri, né ideale sostituto di Higuain, né esterno destro (copre quasi niente).E qui vengono fuori altre due esigenze. Non solo un’alternativa al Pipita, ma anche un portiere da grande squadra visti i 34 anni di Reina e le sirene spagnole che lo tenterebbero. Per il centravanti, il più indicato sembra proprio il torinese del Pescara Gianluca Lapadula (26 anni), attaccante di molti gol in serie B, ma soprattutto centravanti completo, mobile, rapinoso, acrobatico. Vorrebbe lasciare Pescara solo per giocare titolare in serie A (Lazio, Genoa), ma la ribalta napoletana, compresa la Champions, dovrebbe attrarlo di più. Il Napoli avrà un’annata di molti e importanti impegni, ci sarebbe spazio per non fare panchina. Sarri, poi, con due punte vere (Higuain e Lapadula) avrebbe modo di variare il tema tattico di fondo della squadra. Si obietta: ma Lapadula sarà un giocatore da serie A? Ha anni ed esperienza per non fallire, e le qualità sono certe.Per il ruolo di portiere, inseguito (?) Sportiello, il problema è forse più grande. Si dice che portiere, stopper e centravanti siano la spina dorsale di una squadra. Il carisma di Reina tra i pali non si discute, il suo apporto nello spogliatoio, la sua personalità, il suo attaccamento a Napoli l’hanno eletto a strameritato idolo di Fuorigrotta. Ma un cambio è alle porte, complicato perché portieri di grande livello non ce ne sono. I rincalzi di Buffon al prossimo Europeo sono il laziale Marchetti (33 anni) e Sirigu del Psg (29). Il mercato offre poco in termini di sicurezza assoluta. Luigi Sepe (25 anni di Torre del Greco) dato in prestito alla Fiorentina è scomparso dalle scene viola, appena impiegato in Europa League e poi messo fuori «rosa» per i contrasti con Paulo Sousa lamentandosi di non giocare mai. Ecco, il portiere è il più grande problema del Napoli.