Il rinascimento calcistico rossonero conosce un’altra primavera. Dopo Zeman, trent’anni fa, ora sembra che tocchi a De Zerbi tracciare un solco nella storia quasi centenaria (2020) del club, a prescindere da come finirà la finale col Pisa. Ne è convinto Beppe Di Bari, il talent scout del tecnico bresciano: «Ha davanti a sè un grande futuro, è giovane (37 anni il 6 giugno: ndc), è un emergente di grandi potenzialità. Il miracolo Foggia è soprattutto il suo miracolo, perchè ha saputo modellare a sua immagine e somiglianza una squadra che scende in campo senza paura». Se gliel’avessero detto, due anni fa, forse nemmeno Di Bari avrebbe confidato in un esperimento così riuscito. La scommessa del direttore sportivo sembrava ardita alla vigilia della stagione 2014-2015: Padalino era andato via, la società di pochi mezzi finanziari e tanta volontà per essere riuscita a risalire in due anni dalla serie D, gli aveva dato mandato di cercare un nuovo allenatore. «I requisiti richiesti – racconta Di Bari – erano chiari: che costasse poco e fosse in grado di difendere il primo campionato di Lega Pro appena conquistato con grandi sacrifici». Di Bari si orientò pescando anche nei suoi ricordi di calciatore, fu decisivo per De Zerbi non aver attraversato il Foggia come una meteora: i suoi gol infiammarono la piazza rossonera nell’anno della promozione in C1 (2002-2003) quella squadra allenata da Pasquale Marino vinse il campionato con distacco, in quel gruppo c’era anche Di Bari.
Via i sentimentalismi. A pensarci oggi vengono i lucciconi al “ds”, ma l’emozione dura un attimo. Alle porte c’è il Pisa, un avversario tosto, bando dunque ai sentimentalismi: «Abbiamo davanti a noi una partita molto difficile – taglia corto il direttore sportivo – restiamo concentrati e fiduciosi nella forza dei nostri ragazzi e non pensiamo a ciò che è stato. E’ ancora presto per fare la storia». De Zerbi contro Gattuso, due tecnici che si somigliano nel temperamento e nelle origini calcistiche: anche il tecnico foggiano è stato milanista, sia pur partendo dalle giovanili. «Credo – dice Di Bari – che lo accomuni a Gattuso in particolare la testardaggine. Lui sa quel che vuole, ma è anche un tecnico molto preparato e che fa della dedizione al lavoro la sua religione. Gattuso è stato un grande personaggio del nostro calcio, la tempra che metteva in partita è diventata proverbiale, ma posso assicurarvi che De Zerbi non gli è da meno nemmeno sotto questo aspetto».
Se sono queste le premesse assisteremo a una gran partita all’Arena Garibaldi, che il Foggia come interpreterà? «Come sempre – la replica di Di Bari – il Foggia non ha modi di giocare diversi da partita a partita. Noi siamo questi, il nostro allenatore non fa molta distinzione tra un allenamento e una partita di cartello. Noi giochiamo sempre per vincere».
Seduta a porte aperte. Ieri seduta davanti a circa cinquecento tifosi per i rossoneri allo stadio Zaccheria. Il Foggia ha così fatto il “pieno” di entusiasmo prima di mettersi in cammino verso il ritiro in Toscana, ma prima sosterrà stamane l’ultimo allenamento “locale” al campo di Amendola. Domani la partenza per il ritiro pisano. Tra i giocatori aggregati potrebbe tornare ad essere disponibile anche Agostinone, dopo circa tre mesi di stop.
Corriere dello Sport