Storie di ex. Rafa Benitez, la fase internazionale del Napoli è “sereno variabile”

LO SPAGNOLO

Mai toccare l’orgoglio di un uomo tutto d’un pezzo come De Laurentiis, che un po’ contrariato dal rifiuto di Mazzarri si reca a Londra, sponda Chelsea, e porta in azzurro Rafa Benitez, che aveva appena riposto l’Europa League sullo scaffale dei trofei blues. L’allenatore spagnolo porta con sé una nuova energia e tanti campioni di livello europeo, nell’estate 2013 arrivano Reina, Albiol, Callejon, Mertens e Gonzalo Gerardo Higuaìn che aveva il compito arduo di far dimenticare le gesta di Cavani nella mente dei tifosi azzurri. Il primo anno culminò con il terzo posto in campionato e il record di punti, gol e vittorie esterne della storia azzurra fino a quel momento, più la Coppa Italia vinta a Roma contro la Fiorentina in quel “nefasto” 3 maggio 2014. In Champions tante belle vittorie ma retrocessione in Europa League per differenza reti nonostante gli storici 12 punti e le prestazioni da big europea. L’anno successivo si apre con l’eliminazione al preliminare di Champions contro il Bilbao, con una squadra non rinforzata nei ruoli chiave e con tanti reduci dal Mondiale brasiliano. Nonostante tutto in campionato, le cose vanno abbastanza bene, a dicembre in quel di Doha arriva la storica Supercoppa vinta ai danni della Juventus di Allegri. Mentre in Europa League si raggiunge la semifinale, persa sfortunatamente col Dnipro, anche a causa, di guardalinee miopi, che convalidarono un gol in evidente fuorigioco agli ucraini; segnando negativamente anche la sfida del ritorno che eliminò gli azzurri dopo una prestazione anonima. Il campionato finisce peggio col quinto posto finale, che sarebbe diventato terzo se la squadra non avesse fallito il match ball finale contro la Lazio al San Paolo. Fonte: Il Roma

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