IL FRIULANO
Edy Reja, è stato il secondo allenatore del Napoli di De Laurentiis, ma il capolavoro primo dell’opera azzurra. Fu subito amore a prima vista con il tecnico friulano, che col suo calcio semplice e all’italiana, riuscì a portare la squadra, lasciata da Ventura, in finale play off persa amaramente ad Avellino, nella gara di ritorno, dopo lo 0-0 dell’andata al San Paolo. Certamente era un altro Napoli, rinforzato dal mercato di gennaio, che gettò le basi per la successiva stagione da protagonista. Gli azzurri di Reja, infatti, conquistarono la serie B contro il Perugia al San Paolo dopo una cavalcata da record nell’inferno della C1. Era il sabato di Pasqua del 2006, sugli spalti del San Paolo si pianse di gioia per la promozione tra i cadetti che rilanciò i sogni di gloria della resuscitata società azzurra. L’anno dopo il cammino fu ancora più brillante, nel campionato di serie B 2006/2007, gli azzurri si ritrovarono a gareggiare con la Juventus post Calciopoli, una vera e propria balena nell’acquario, volendo usare la famosa metafora dell’allora dg Marino. Nonostante tutto, il 10 giugno, a Genova, contro i cugini rossoblù, si festeggiò all’unisono, la promozione in serie A più bella che la storia del calcio ricordi. Reja venne portato in trionfo ma lui, hombre vertical, insaziabile e affamato, riuscì a portare l’anno dopo la squadra in Coppa Uefa attraverso l’Intertoto. Memorabili le partite col Benfica di Suazo e Luisao che spensero i primi sogni di gloria europei allo stadio Da Luz. L’epopea “rejana” culminò l’anno dopo, marzo 2009, dopo una serie di risultati scialbi, Aurelio De Laurentiis decide di esonerare l’allenatore – seppur controvoglia – per dare un ulteriore segnale psicologico alla squadra. Fonte: Il Roma