Klaassen non ha detto di no al Napoli, ma per ora vuole vincere con l’ Ajax

Tanto per sgombrare il campo dalle inesattezze, è opportuno dire che Klaassen non ha detto di no al Napoli per questioni legate alla città o ad altro. Il fantastista sceglie di restare all’Ajax per questioni di cuore. Rinunciando anche a un bel po’ di soldi, perché Giuntoli era pronto a fargli firmare un quadriennale da 2 milioni di euro a stagione. Praticamente il doppio di quanto percepisce in Olanda. «No, voglio restare all’Ajax, voglio vincere il titolo lì e poi magari venire al Napoli», ha detto al suo procuratore Lerby che pure aveva promesso al ds azzurro di far cambiare idea alla stella dei Lancieri. L’ accordo con il club dei Paesi Bassi era, a sommi capi, già su carta: 18 milioni più bonus per il trasferimento a titolo definitivo. Il weekend alle spalle poteva essere l’occasione d’oro per chiudere l’accordo: Klaassen, con il padre, era a Milano per assistere alla finale di Champions tra Real e Atletico. E lì c’era anche Giuntoli pronto a un faccia a faccia per poter chiudere il discorso e mettere a segno il colpo. E invece, il giocatore ha dato l’altolà alla trattativa. Un «ne parliamo più in là» che a De Laurentiis è suonato né più né meno come un rifiuto. E, a quel punto, il patron azzurro ha ordinato la ritirata. Basta col tormentone, non ne può più di giocatori che non sono convinti al cento per cento del trasferimento al Napoli (l’affaire Gonalons brucia ancora). Napoli e la città non c’entrano nulla, non esiste un Kramer-bis. Semplicemente, come ieri il suo procuratore Lerby ha ripetuto a Cristiano Giuntoli, il ragazzino cresciuto nell’Ajax vuole continuare a giocare ad Amsterdam. All’Ajax si trova bene, è il capitano, è cresciuto nelle giovanili, ha trovato una sua dimensione di vita e un suo equilibrio, al limite ha perplessità sui progetti futuri del club, ma di sicuro non vuole uscire da questa storia come colui che fugge dopo aver perso il titolo olandese all’ultima giornata in maniera rocambolesca. Lerby ha lasciato intendere che probabilmente la delusione per l’esito della corsa in Eredevisie è alla base della scelta di voler restare all’Ajax. Fonte: Il Mattino

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