«Insigne merita gli Europei, sarebbe un delitto lasciarlo a casa».
Così parlò Francesco Ciccio Graziani, 169 gol in serie A e campione del mondo nel 1982 con l’Italia, con cui ha collezionato 64 presenze con 23 reti. Da ex attaccante di razza, ma anche da apprezzato commentatore tv, Graziani difende, anzi promuove Insigne.
La prova non brillante con la Scozia può metterne in dubbio la convocazione ad Euro 2016?«Non credo e soprattutto spero vivamente di no. Insigne è un talento straordinario e questa Italia non può fare a meno della sua tecnica e della sua fantasia».
L’ultima prestazione, dunque, non inciderà sulle scelte di Conte.«Il problema è chiaramente di modulo: non può giocare alle spalle di Pellè o come seconda punta. Insigne deve giocare in Nazionale nella stessa posizione in cui fa ottime cose nel Napoli, da esterno d’attacco».
Conte però sembra aver scelto il 3-5-2 come modulo per gli Europei.«Non sono d’accordo. Con il 4-3-3 l’Italia potrebbe volare. Avrebbe Pellè come perno centrale, Candreva a destra e Insigne a sinistra e potrebbe in questo modo fare faville. Formerebbero un trio eccezionale. Il ct avrebbe anche le alternative giuste: Zaza come vice-Pellè e Bernardeschi ed El Shaarawy sugli esterni. Meglio di così…».
Qualcuno ha criticato duramente la prestazione di Insigne con la Scozia.«La colpa non è stata sua ma del modulo e del modo con cui lo servivano. Poi non mi sembra che molti azzurri abbiano giocato una grande partita, del resto siamo ancora in preparazione. Nel 3-5-2 Lorenzo fa più fatica, ma sono convinto che debba partire sempre dall’inizio, a gara in corso non dà il meglio di sè».
Graziani ct, insomma, lo inserirebbe senza dubbi nella lista dei 23 per la Francia.«Ovvio. Mica i talenti li lasciamo a casa, sarebbe controproducente. Insigne ha disputato un grande campionato. Può dare molto: imprevedibilità, assist, dribbling, fantasia e anche qualche gol. E può interpretare più ruoli. Fossi in Conte lo schiererei titolare. In ogni caso sarebbe ingiusto non convocarlo dopo la splendida stagione disputata».
In generale come vede l’Italia di Conte?«Non parte tra le favorite ma non è detto che sia un male. Alla fine nelle gare che contano diamo sempre il massimo e ci facciamo valere, come scuola tecnica e sapienza tattica».