Novantacinque milioni di euro sono transitati negli anni scorsi dalle casse del Psg a quelle del Napoli.Frutto di due operazioni di mercato che fecero ricco il club e, in un certo senso, felice. Dipende dai punti di vista. Prima Lavezzi e poi Cavani:31 e 64 milioni, idoli del San Paolo prima di finire nel frullatore dove tutto viene concepito in nome e per conto del business. Al Thani è uno che ha il senso degli affari nel sangue.Nella vita più che nello sport, visto che dispone di capitali che tutto il calcio italiano messo insieme può ammirare soltanto con il binocolo. È il padrone del club parigino, discendente della famiglia reale del Qatar, che fa ricondurre tutte le operazioni finanziarie al fondo «Qatar investment authority». I numeri fanno venire i brividi: il fondo ha accumulato proprietà per circa 630 miliardi di dollari, che rappresentano il triplo del Pil di tutta la nazione. Questo presidente negli ultimi quattro anni ha investito al calciomercato 558 milioni e destina come quota fissa per la squadra un budget annuale che si aggira sui 500 milioni. Non sono certo le cifre che ballano intorno ai calciatori più rappresentati via far paura al sovrano qatariota, entrato nel mondo del calcio sei anni fa. Ordina di fare la spesa al nostro supermercato. Allenatori (Ancelotti) e dirigenti compresi(Leonardo). Sissoko dalla Juve, Sirigu dal Palermo, Menez dalla Roma, Pastore ancora dal Palermo per l’allora cifra record di 43 milioni. In seguito Thiago Motta dall’Inter, Verratti dal Pescara, Thiago Silva del Milan (63 milioni). Ma anche Maxwell dal Barcellona e Alex dal Chelsea. Beckham a seguire, il botto Ibrahimovic (ingaggio di 14 milioni a stagione), la doppia operazione con il Napoli e infine Di Maria dal Manchester United: altri 63 milioni.Il Psg fa man bassa in patria di scudetti e coppe nazionali ma non è mai arrivato in finale di Champions, il suo grande obiettivo, il suo vero rammarico. Al Thani spende e spande, al calcio francese fanno comodo i suoi soldi ma è una figura che tutto sommato piace poco agli abitanti un po’snob che vivono sotto la torre Eiffel. Tre giorni dopo gli attentati di Parigi dello scorso novembre, sfilò per le strade della capitale insegno di solidarietà indossando la maglia «Jesuis Paris»ma nessuno dei parigini cancella le ombre sui quattrini che hanno riportato in alto il Psg. Secondo alcuni giornali transalpini, il Qatar finanzia il terrorismo e contribuisce ai 40 milioni che l’Isis riceve dai paesi del Golfo. E se c’è il Qatar c’è pure il sovrano. Perché Al Thani è il Qatar.
Fonte: Il Mattino