C’è amarezza in casa Ischia. Nemmeno il peggiore dei pessimisti avrebbe immaginato uno scenario così brutto. Tre gol al passivo e missione praticamente impossibile sabato prossimo al “Veneziani” di Monopoli. La squadra ha perso le ultime nove partite e dovrà tirare fuori una prestazione mostruosa, confidando in un clamoroso rilassamento dei pugliesi. «Sapevamo di affrontare
un avversario forte ma allo stesso tempo eravamo convinti di giocarcela fino alla fine – esordisce Gianni Di Meglio, alla guida dell’Ischia da dieci giorni – Il Monopoli si fa rispettare sui calci piazzati, possiede due attaccanti molto forti, ma in tutta sincerità non pensavo proprio di subire una sconfitta così netta». Dalle parole di Di Meglio traspare tanta delusione. E’ il segno della resa? «Nel calcio non si sa mai, però tre gol obiettivamente sono difficili da recuperare».
Ancora sotto accusa il reparto arretrato: è sembrato di rivedere scene ripetutesi nell’arco della stagione. Naturalmente Di Meglio e Buonocore nel giro di così pochi giorni non potevano rendere imperforabile la peggiore difesa del Girone C, ex-aequo con la Lupa Castelli Romani. «Se ho deciso di giocare con tre uomini dietro – prosegue Di Meglio – è perché c’erano delle grosse difficoltà. Nel primo tempo il ritmo era buono, eravamo concentrati. In avvio di ripresa, dopo il gol, l’Ischia si è disunita. Filosa? Non c’erano altre alternative, abbiamo giocato con questo giocatore che ha molta esperienza rispetto agli altri, ci ha dato una mano fin quando ha potuto».
L’Ischia della prima frazione in effetti non è dispiaciuta, anche se ha creato poco. Poi il crollo. «C’è un problema mentale, non è possibile subìre gol dopo 35 secondi dall’inizio della seconda frazione. Sapevamo che non potevamo concedere nulla perché il Monopoli ha due punte che colpiscono in qualsiasi momento». Discorso salvezza quindi archiviato, o quasi. «Mi aspettavo di giocarmi la permanenza in Lega Pro nell’arco dei 180 minuti. Non pensavo di perdere in casa in maniera così netta. Nemmeno mi illudevo di poter fare miracoli ma di giocarmela sì. Il pubblico? Ha risposto bene, l’isola da questo punto di vista ha vinto. Peccato per l’assenza del tifo organizzato. Con tutte le componenti unite – conclude Di Meglio – sarebbe stato un altro campionato».Corriere dello Sport