“Io ero lì, la notte della partita della pace voluta da Papa Francesco. E lì c’era pure Gonzalo Higuain. Lo guardavo muoversi in campo e mi dissi: ma che colpo ha fatto De Laurentiis?”. Lui era lì perché quella sera, all’Olimpico, Cesare Prandelli era il ct dell’Italia che affrontava l’Argentina nell’amichevole voluta dal Santo Padre.
Peccato, non aver vinto lo scudetto? “Beh, ma rimpianti non ce ne devono essere. È vero che in alcuni casi con 82 punti si vincono i campionati, ma non era facile fare di più di questa incredibile Juventus che ha macinato avversari come pochi altri nella storia recente del calcio italiano”.
Proprio nessuno? “Sinceramente a me resta un solo interrogativo nel cammino del Napoli: perché mai contro l’Udinese c’è stato tutto quel nervosismo, perché in quella gara la tensione era così alta?”.
Non è che la lotta scudetto si è decisa prima, in Juve-Napoli? “Non credo, lì c’è stata solo una presa di coscienza in più da parte della Juventus di essere la più forte di tutte”.
Ed è così, la Juve è la più forte di tutte? “Sì, lo è stata. E lo è stato nel momento più buio, dopo la sconfitta col Sassuolo quando il suo uomo-simbolo, Buffon, ha messo la faccia e ha suonato la riscossa. Anche in questo caso, bravo Allegri: anche lui, abile com’è, ha toccato gli argomenti giusti per scatenare una reazione che resterà nella storia. Come i 36 gol di Higuain”.
Fosse arrivato prima Spalletti alla Roma? “Luciano ha sistemato bene le cose incorso d’opera, cosa che non è mai semplice. Lo ha fatto con la sua professionalità. Non so se poteva inserire i giallorossi nella lotta per il primo posto, ma sicuro poteva insidiare il secondo posto del Napoli”.
Menomale, allora. Ma Insigne lo porterebbe all’Europeo? “Lorenzo è reduce da un gran campionato, in cui ha dimostrato di che pasta umana e tecnica è fatto. Credo che in un 4-3-3 lui sia senza rivali come esterno offensivo di sinistra. Non so come abbia in mente di giocare il ct Conte, ma in ogni caso per me la stagione di Insigne merita un voto altissimo”.
Ma sulla panchina dell’Italia chi vedrebbe bene? “Non credo un giovane. Io penso che uno come Ventura, con una storia di 40 anni di calcio sulle spalle, sia la persona giusta per quel ruolo. Non so però se la Federazione si sta orientando in questa direzione, è chiaro…”.
Certo, non si prevedono tempi semplici per il selezionatore azzurro? “Non lo sono stati neppure per me. Ora solo il 34 per cento dei giocatori della serie A è italiana, ma anche due anni fa queste erano più o meno le percentuali. Noi però siamo riusciti ad arrivare secondi a Euro 2012: e credo che anche a giugno faremo la nostra bella figura”.
Che voto dà al campionato? “Altissimo. La prima parte ha visto Inter, Napoli e Fiorentina lottare ad altissimo livello”.
Il flop dell’anno? “Il Verona. E chi si aspettava che con Toni e Pazzini là davanti sarebbe retrocesso”.
Credevo dicesse Balotelli… “Mario deve riuscire lui da solo a prendersi se stesso. È chiaro che nessuno lo sta aspettando più”.
Tratto da Il Mattino