Voce rauca, testa bassa, nervi tesi ma nemmeno una polemica fuori luogo. Il direttore sportivo della Salernitana, Angelo Fabiani, ha tutto chiaro e lo spiega nei dettagli con argomentazioni concrete. Non è la prima volta che si sente danneggiato. Recriminazioni erano state esternate abbastanza sottovoce, però, diverse volte sin dagli albori di questa stagione. Tanto per citare qualche episodio non proprio favorevole ai granata, basta tornare con la mente alle gare di Bari, Terni, Crotone. Semmai ci fosse ancora qualche dubbio, il rigore negato da Sacchi di Macerata a Manolo
LA GARA. Almeno all’inizio, non è stata una brutta Salernitana, in realtà, e i due gol falliti da Donnarumma raccontano molte cose delle potenzialità di questa squadra ordinata e compatta, ma ancora maledettamente sterile e imprecisa in zona gol. «Sì certo, abbiamo sbagliato anche noi. In vantaggio la gara avrebbe potuto prendere un’altra direzione. Ma intanto col rigore avremmo quanto meno potuto portare a casa un punto e un punto può fare la differenza in questo campionato così equilibrato. Per non parlare del rosso a Bernardini. Davanti a noi la situazione è rimasta sostanzialmente uguale. Abbiamo il dovere di non mollare», confida l’esperto ds capitolino, da due anni principale collaboratore di Lotito e Mezzaroma a Salerno.
SCeNARIO. In realtà si profila una vera e propria lotta all’ultimo respiro venerdì notte per stabilire chi conserverà la categoria e chi no. Lo scontro diretto tra Li
APPELLO. Potrebbe avere un nuovo capitolo, infatti, la vicenda della penalizzazione della Virtus Lanciano ridotta da 5 a 3 punti a causa di un errore formale della Procura Federale che ha scambiato il destinatario del deferimento relativamente a delle inadempienze amministrative e contabili del club abruzzese. Da qui l’impossibilità della Corte Federale d’Appello a entrare nel merito. Se, infatti, è decisamente improbabile che la sentenza venga appellata dalla stessa Procura di Palazzi per la mancanza di tempo e un ritardo consistente contrasterebbe inequivocabilmente con la regolarità dei campionati, un nuovo giudizio potrebbe essere promosso in tempi, invece, brevissimi dalla Procura del Coni, che può impugnare la sentenza della Corte Federale. Il presidente Abodi ha chiesto chiarezza, dicendosi disponibile anche a spostare, eventualmente, il play out programmato per il 26 maggio e il 2 giugno, affiancandolo in calendario ai play off (finale fissata per il 5 e il 9 giugno) per evitare così la sovrapposizione con altre competizioni Uefa come gli imminenti Europei di calcio. Inutili altre richieste a Tavecchio.
Corriere dello Sport