A Torino, il Napoli era chiamato ad una prova di grande maturità poiché doveva dimostrare di essere squadra capace di gestire le tensioni provocate dalla vittoria della Roma ed alla momentanea perdita del secondo posto. Troppe chiacchiere e troppi timori nei confronti dell’undici di Sarri, reduce da partite in trasferta tutt’altro che positive ed il fiato della tifoseria partenopea, è rimasto sospeso fino al momento del gol del Pipita Higuaìn che, salito a 33 gol in 37 partite, ha agganciato Angelillo…mettendo Nordhal nel mirino. Il Napoli ha espugnato l’impianto granata, intitolato al Grande Torino scomparso sulle colline di Superga nel famigerato incidente aereo. La partita è stata a senso unico per oltre un’ora e, tutto sommato, anche dopo il gol granata, subito su un pasticcio di Reina, mai la squadra azzurra ha rischiato di vedersi sfuggire la vittoria di mano. Oltre all’immenso Higuaìn, è andato a segno anche l’altro galactico Callejòn, ma entrambe le reti portano la firma d’autore di capitan Hamsik, autore di entrambe le rifiniture vincenti. A tale proposito, credo che si ricrederanno tutti coloro che hanno accusato il capitano azzurro di venire meno nelle partite importanti. Quella con il Torino era non solo importante, ma basilare per l’esito finale della stagione che, a meno di clamorosi tonfi interni con il Frosinone appena retrocesso in serie B, dovrebbe concludersi con la qualificazione diretta ai prossimi gironi di Champions League con benefici per l’immagine e per le casse del club azzurro. Pepe Reina ha commesso un errore piuttosto evidente in occasione del gol del Torino, tuttavia criticarlo così duramente e arrivare addirittura ad ipotizzarne la cessione sembra piuttosto ingeneroso verso colui che ha voluto fortemente il Napoli, rinunciando al Bayern Monaco. Ingenerosi ed umorali alcuni commentatori e sedicenti esperti di calcio, che hanno dimenticato troppo in fretta le grandissime qualità del portierone spagnolo, qualità tecniche tali da farlo rientrare nella classifica dei primi dieci portieri a livello europeo e qualità umane eccellenti, tanto da essere uno dei leader indiscussi dello spogliatoio azzurro. Con il secondo posto ad un passo (…ancora tutto da compiere, quindi massima concentrazione!…) aumenta il rammarico per il sogno scudetto sfumato. Chi impreca contro la malasorte, per il gol fortunoso di Zaza subito allo Stadium, chi accusa il patron di aver promesso e non mantenuto un mercato invernale all’altezza del primato. Tutto può essere vero, tuttavia nel calcio non esiste la controprova, per cui è meglio gioire per il risultato ottenuto e guardare al prossimo campionato con ottimismo. Francamente non capisco la tesi di coloro che dicono ‘o quest’anno o mai più‘, poiché la squadra azzurra e Maurizio Sarri in primis, hanno studiato per vincere lo scudetto, abituandosi a giocare a certi livelli e per certi traguardi. Basti ricordare le prime parole dette da Ottavio Bianchi al fischio finale di Napoli-Fiorentina, partita che sancì la vittoria del primo scudetto azzurro: ‘…sono tre anni che lavoriamo per questo…‘. Ecco, la giusta filosofia deve essere questa ed in tale ottica va accettato il secondo posto che il Napoli sta per conquistare, con pieno merito. Tra le altre cose, chi non avrebbe sottoscritto il secondo posto ad inizio stagione? Gli introiti della Champions, dovrebbero aiutare la società a completare l’organico, per tornare a giocarsi lo scudetto anche nel prossimo campionato e le voci destabilizzanti, che vorrebbero Higuaìn e Sarri lontani da Napoli, devono essere ignorate per restare tranquilli e concentrati sul da farsi in campo. Chiosa finale sul bel gesto compiuto dalla squadra azzurra, che prima della partita di domenica sera, ha reso omaggio al Grande Torino, sulla collina di Superga. Un gesto che dovrebbe far riflettere sia i tifosi delle altre squadre, sia queste ultime, a tratti troppo aggressive nei rapporti con gli avversari. D’altronde realtà importanti come il Toro, il Genoa, il Napoli, ma anche la Roma e la Fiorentina, potrebbero trovare un unico filo conduttore che potrebbe accomunarle. Il calcio è questo: divertimento, adrenalina ma, soprattutto, rispetto per gli avversari.
Riccardo Muni