“Vi saluto col cucchiaio”, un film di Luca Toni

Così l'addio al calcio del campione del mondo, 38 anni e non sentirli

324 gol tra club e nazionale, campione del mondo, grinta e voglia di spaccare il campo per Luca Toni, alla fine del suo lungo e prolifico viaggio nel mondo del calcio, e finisce con una magia, l’ultima, ma non da meno delle altre.
Il suo Verona gia retrocesso affronta in casa la Juventus campione D’italia e Luca c’è, più che mai carico, è lui che con una magia trasforma in vantaggio per i Gialloblù il rigore assegnato dall’arbitro, ancora una volta, ma questa più geniale del solito,non un rigore qualsiasi ma il modo più spettacolare di trasformarlo, IL CUCCHIAIO, decide di salutare così i suoi tifosi Luca.
Esploso tardi ,  dopo l’annata spettacolare in serie B col Palermo che gli diede lo scettro di capocannoniere della serie cadetta, non si è più fermato, capocannoniere in A con i viola della Fiorentina, massimo marcatore della serie A per numero di Gol in un anno 32 ( Higuain permettendo prima di quest’anno) campione in Bundes col Bayern di Monaco, dove i tifosi gli dedicarono addirittura una canzone creata appositamente per lui, poi Juve, Roma, lo scudetto sfiorato con Ranieri, e poi la sua ultima battaglia, il suo ultimo capolavoro, il Verona.
Anche qui tanti gol, subito si fa amare, salvezze riuscite grazie ai suoi magici colpi da rapinatore d’area.
Alla fine della partita di ieri Luca fa il suo giro di campo accompagnato dai suoi figli, e riceve il calore dei suoi tifosi, per l’ultima volta gli occhi sono lucidi, ma la mente e serena, sa ciò che lascia in eredità al mondo del calcio e non è poco.
Queste le sue parole riportate dai microfoni nel post-partita :

È dura dire cosa provo. Posso solo dire un grazie a tutti che hanno reso questa serata magica, che ricorderò per sempre. È l’ultima, ma era giusto che arrivasse. Il rigore calciato col cucchiaio? Non so, perché io non sono molto normale, per fare delle cose belle bisogna rischiare. Non sapevo se tirarlo a destra e sinistra e ho deciso per lo scavino. È uno dei momenti più belli e più tristi perché mollare il calcio non è facile: da domani avrò l’entusiasmo di un ragazzino per fare altro, non l’allenatore perché ci sono miei ex compagni che invecchiano 5 anni ogni anno, mi piacerebbe fare qualcosa a livello dirigenziale, non giocherò a Palermo, è giusto chiudere in casa davanti al mio pubblico “.

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