Il Torino gioca con il 3-5-2, e questo fa pensare ad una possibile superiorità numerica a centrocampo dei granata nella gara con il Napoli, invece non è così, soprattutto nel primo tempo. Nonostante le due mezzali torinesi vadano sulle due napoletane e una delle due punte tenga d’occhio Jorginho, i padroni di casa non hanno mai il boccino del gioco. La linea mediana di Ventura lascia la possibilità al regista azzurro di dettare i tempi della manovra e di fraseggiare, mentre la retrogaurdia piemontese è sovente punta dagli inserimenti di Hamsik sulla sinistra e permette a tutti e tre i centrocampisti in azzurro, di costruire gioco e impostare, Allan compreso. Nel secondo tempo, quando il Torino appare più intraprendente e il Napoli meno propositivo, è Jorginho che tiene in equilibrio le distanze tra i reparti azzurri, l’italo-brasiliano rifinisce e ritorna, sempre dispensando e recuperando posizione e palloni, mentre Allan, uomo dal sacrificio continuo, ringhia sugli avversari, recupera anche quando sembra in debito di ossigeno e, nel finale, è l’uomo in più degli azzurri. Discorso a parte per il capitano Marek Hamsik: fin dall’ inizio appare in partita, i suoi movimenti sull’ out sinistro danno fastidio ai granata e lui li intensifica, sforna assist per entrambi i gol ed è sempre presente, a testa alta, per tessere le trame di gioco partenopee. A metà della ripresa, per un calo evidente, viene sostituito da David Lopez.
a cura di Gabriella Calabrese