Dopo 8 trasferte nel girone di andata il Napoli aveva portato a casa 12 punti incassando appena 2 sconfitte. Nel ritorno il bilancio è molto più magro: 10 punti, frutto di tre vittorie e un pari. Dunque, lontano dal San Paolo la squadra di Sarri è caduta in quattro circostanze, una volta su due. Certo, era dura battere a domicilio Juventus, Inter e Roma ma ad incidere di più sul morale e sulla classifica è stato, probabilmente, il k.o. di Udine. Alla Dacia Arena gli azzurri hanno lasciato le residue speranze scudetto e tante energie mentali (come testimoniato dal nervosismo di Higuain) che adesso bisogna raccogliere per tornare a vincere in trasferta, cosa che non accade dal 13 marzo a Palermo. Quasi due mesi di astinenza nei quali il Napoli è piombato in una sorta di black out psicologico. In cascina zero punti e sei gol al passivo. LA PRESSIONE DEL CUORE Come tornare a gioire nella gara più importante dell’anno in casa del Torino? Cambiando qualcosa nella testa. Non bisognerà avvertire (tecnico in primis) la pressione di giocare dopo la Roma e poi sarà necessario quel pizzico di cuore in più che talvolta è mancato. Tutti dovranno farlo, a partire da capitan Hamsik (che oggi inaugura un campo comunale, ristrutturato a sue spese a Castel Volturno). A proposito, suo cognato Gargano si è intanto scusato, attraverso Calcionapoli24, per alcune frasi sui napoletani e sui vecchi compagni di squadra, in un’intervista rilasciata in Messico. Bene così. Fonte: gasport