Pierpaolo Marino il direttore generale della ricostruzione del Napoli post-fallimento e ds del primo scudetto azzurro nel 1987, racconta la sfida tra gli azzurri e l’Atalanta, con cui ha lavorato fino a pochi mesi fa.
Che insidie nasconde la sfida di domani sera?«Faccio fatica a trovarle. Si giocasse a Bergamo sarebbe un problema, ma l’Atalanta fuori casa non ha mai brillato in questa stagione. Poi per tutta la settimana hanno festeggiato la salvezza. Credo che solo il Napoli possa creare un ostacolo a se stesso».
C’è un bel po’ della sua Atalanta che interessa al Napoli? «Quello già pronto al salto è Sportiello. Sono stato io a imporlo, perché ho subito capito che per carattere non aveva paura di nulla. Ha personalità ed è freddo».
Si aspettava Grassi impiegato così poco? «Secondo me la gestione di Sarri è perfetta. L’investimento di gennaio è chiaramente in ottica futura: è giovane, con pochissime partite in serie A sulle spalle. Giusto attendere il momento giusto per gettarlo nella mischia. Il Napoli, quando lo ha preso, era primo in classifica. E lui francamente non poteva essere considerato già in gradodi giocare per una squadra così forte».
Deve avere qualche rimpianto il Napoli? «Beh,quello principale è legato al titolo di inverno: se sei primo alla fine del girone di andata quasi sempre si vince lo scudetto…ma purtroppo quest’anno non sarà così».
Cosa ha la Juve in più rispetto a tutti gli altri club? «Una grandissima organizzazione, uomini giusti al posto giusto. Difficile trovare una simile struttura in altre società di serie A”.
Nel duello tra Napoli e Roma chi vede favorito? «Il Napoli ha due punti in più e a tre giornate dalla fine non sono pochi. Poi il calendario non mi sembra particolarmente difficile per gli azzurri».
Che voto dà alla stagione del Napoli?«Se arriva il secondo posto, e ho pochi dubbi che non arrivi, è da 8 pieno».
Lei avrebbe già affrontato il discorso del contratto a Sarri? «Io sì. Proprio nel momento più caldo della stagione, avrei siglato il nuovo accordo: avrebbe dato uno stimolo in più a tutti, anche alla squadra. De Laurentiis, a mio avviso, preferisce rinviare a fine stagione perché è consapevole che ci sarà da discutere. Lui per primo sa bene che non potrà esercitare l’opzione basta perché il vecchio contratto non ha più senso. E preferisce non avere un braccio di ferro con il campionato in corso».
Fonte: Il Mattino