E’ ancora presto per fare bilanci di fine anno, nonostante la sconfitta immeritatamente incassata all’Olimpico, ad una manciata di secondi dal triplice fischio finale. Tuttavia il campionato volge al termine e per il Napoli il finale di stagione è stato diverso da come si potesse immaginare. Da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, il finale di stagione è diverso da quello immaginato oppure solo sperato ad agosto di un anno fa. Ad inizio stagione, con due punti raccolti nelle prime tre partite, nemmeno i più inguaribili ottimisti avrebbero immaginato un piazzamento Champions da parte del Napoli. La parola d’ordine sembrava essere ridimensionamento, rispetto all’epoca rafaelita e persino centrare un posto in Europa League pareva un miraggio per la squadra di Sarri. Del tutto diverso era lo spirito del tifo partenopeo, almeno fino alla maledetta domenica di Udine, con la pazza idea tricolore che teneva la piazza napoletana in grande fermento. Un giorno all’improvviso, cantata da squadra e curve, pareva una beneaugurante colonna sonora che ci avrebbe accompagnati fino al traguardo finale. Pareva di essere ritornati indietro di oltre venticinque anni ed il porompompero di fine anni 80 era stato sostituito dal ritornello dei Righeira.
Peccato davvero, perchè se fino allo scorso anno si era tutti concordi nel ritenere la squadra azzurra incompleta per vincere lo scudetto, quella versione 2015/2016 era ben allestita per guardare tutti dall’alto verso il basso. Purtroppo nemmeno la statistica ha potuto dare una mano agli azzurri e stavolta i campioni d’inverno non sono riusciti a concludere al primo posto anche il girone di ritorno. Parlando sempre di matematica, anche la legge dei grandi numeri è sfuggita a questo campionato, perchè chi vince sempre da oltre venti partite, questa volta, non ne ha persa una, prima o poi. Complimenti a coloro che hanno festeggiato il quinto titolo consecutivo e che sono stati degli avversari anomali, contro i quali c’è stato davvero poco da fare. Hanno avuto un discreto peso, gli episodi discutibili che hanno sempre favorito la solita squadra, tant’è che i tifosi bianconeri, per confermare la teoria dei torti che si equivalgono a fine stagione, tirano in ballo l’unico torto subito dalla loro squadra contro il Sassuolo…ma era il girone di andata! Al di là delle cattive scelte arbitrali e della loro sudditanza verso la squadra degli Agnelli, ciò che cattura l’attenzione è la tenuta atletica della Juventus che mai, in oltre venti partite, ha dato segni di cedimento. Non sarebbe il caso di studiare i metodi scientifici adottati dal preparatore atletico bianconero per colmare definitivamente il gap con i pentacampioni? Oppure c’è qualcos’altro che sfugge ai più? Il dato oggettivo è che la squadra di Allegri sia riuscita a mantenere il ritmo atletico senza mai avere un seppur lieve calo fisico…qualcosa di inumano. Complimenti al Napoli per quanto è stato capace di fare, tenendo vivo l’interesse per il campionato quasi fino alla fine ma complimenti soprattutto perchè, scudetto a parte, la squadra di Sarri è stata quella che ha espresso il calcio più bello ed esaltante di tutto il campionato. Un calcio in cui nulla è stato mai lasciato al caso oppure alla giocata del singolo e che ha avuto in Gonzalo Higuaìn l’artista in grado di sublimare il Sarri-pensiero ed esaltare la piazza napoletana da sempre filo-argentina. Guardando in casa altrui, in particolare nel campionato inglese, ci accorgiamo che qualche volta le favole diventano realtà e che non sempre vincono i budget, i monte ingaggi ed i nomi altisonanti. Si parla, ovviamente, del Leicester di Claudio Ranieri, già tecnico del Napoli negli anni ’90, che sta per compiere un vero e proprio capolavoro calcistico, che ricorda molto quello del Verona di Bagnoli, dell’85. In Inghilterra stanno adottando il sorteggio per le designazioni arbitrali, proprio come trentuno anni fa in Italia e non credo che sia pura casualità se in entrambi i casi (Verona e Leicester) abbiano vinto (…o stiano per farlo…) degli autentici sconosciuti. Su questo dato sarebbe il caso di riflettere poiché il sorteggio arbitrale, molto più della moviola in campo su cui dovrebbe comunque esprimersi l’arbitro, garantirebbe davvero la par condicio per la vittoria finale e restituirebbe allo sport nazional-popolare il valore fondamentale su cui si basa lo spirito competitivo proprio dello sport. Tornando ai fatti azzurri, è assolutamente vietato mollare proprio adesso, poichè gli azzurri, anche dopo la sfida dell’Olimpico, rimangono gli unici artefici del proprio destino. Con due punti di vantaggio sulla Roma e tre partite tutt’altro che proibitive all’orizzonte, il Napoli si garantirebbe il secondo posto che, oltre a rimpinguare le casse del club, sin da subito, con gli introiti della Champions, da investire per potenziare la squadra, rappresenterebbe un piazzamento di tutto rispetto che bollerebbe come positiva la prima stagione di Sarri alla guida del ciuccio. Avanti Napoli…Avanti!!!
Riccardo Muni