Doppio turno ravvicinato per un Napoli dai due volti: svogliato e prevedibile nella sciagurata trasferta in casa dell’Inter, devastante nella vittoria tennistica contro il Bologna. A Milano, il Napoli fa poco o niente per reagire agli ennesimi errori arbitrali subiti: un gol in fuorigioco, convalidato dopo appena quattro minuti all’interista Icardi ed un rigore evidente negato agli azzurri. Una sconfitta che ha azzerato anche le residue flebili speranze di rimonta sulla Juve. Tutt’altra storia nella partita contro il Bologna, con gli azzurri impegnati a difendere i cinque punti di vantaggio sulla Roma, in vista della partita di lunedì prossimo in casa dei giallorossi. Trascinato dalle riserve di lusso, gli azzurri piegano i felsinei con un 6 a 0 di maradoniana memoria. Trent’anni fa fu il Pescara di Gasperini e Galeone a cedere sotto i colpi di Maradona e Giordano, ieri sera sono stati Gabbiadini e Mertens che, rispettivamente con due e tre gol, hanno asfaltato l’unica squadra in grado di fermare la corsa della Juve e che all’andata aveva imposto l’alt al Napoli, all’epoca capolista. A chiudere la giostra del gol ci ha pensato David Lopez, gregario di lusso anch’egli. Quella con i rossoblu è stata l’ultima partita senza il Pipita che, lunedì prossimo all’olimpico contro la Roma, è pronto a buttarsi nella mischia per la partita che potrebbe significare secondo posto virtuale. L’accesso diretto ai prossimi gironi di Champions consentirebbe a De Laurentiis e Giuntoli di programmare sin da subito la prossima stagione e a mister Sarri di lavorare con tutta calma nel ritiro di Dimaro. Tornando al 6 a 0 rifilato al Bologna, sono diverse le indicazioni positive emerse. La prima è che il Napoli non è dipendente dai gol di Higuain e, sebbene il bomber argentino sia il valore aggiunto della squadra, i suoi compagni sono in grado di segnare e vincere anche in sua assenza. Se il gioco di squadra voluto dal tecnico di Figline Valdarno si esalta con le giocate del Pipita, al tempo stesso consente ai centrocampisti e agli attaccanti di cercare sistematicamente la via del gol. Senza Higuain sono stati nove i gol segnati da Gabbiadini & co. con una media perfetta di tre reti in altrettante partite. È ovvio che questa squadra non possa prescindere da Higuain per ambire al massimo traguardo ma è bene sapere che è attrezzata in maniera tale da sopperire temporaneamente alla sua eventuale assenza. La partita con i felsinei ha dato conferme circa l’assoluto valore di alcuni elementi che definire riserve sarebbe riduttivo. Gabbiadini e Mertens in panchina, sono un lusso che solo una squadra di vertice può permettersi anche perché altrove sarebbero titolari inamovibili. Gli stessi David Lopez, Chiriches ed El Kaddouri possono essere considerati dei comprimari, delle valide alternative ai titolari, piuttosto che semplici panchinari. Su queste basi il Napoli dovrà costruire la squadra che, nella prossima stagione, dovrà riprendere a cullare quel sogno che si è infranto su una deviazione maledetta. Le due partite hanno anche confermato la volubilità di certa parte di stampa e di opinione pubblica. Dopo la debacle di Milano i soloni di turno non hanno risparmiato critiche a Gabbiadini, arrivando ad invocarne la cessione la prossima estate, rimarcando la dipendenza assoluta della squadra da Gonzalo Higuaìn. Persino mister Sarri è stato messo in discussione cancellando, in appena 90 minuti, una stagione esaltante. Giudizi diametralmente opposti sono stati espressi all’indomani della tennistica vittoria sul Bologna, arrivando finanche ad ipotizzare la cessione a cuor leggero del Pipita. Sbalzi di umore da cui è bene tenersi alla larga e che dimostrano la superficialità di alcuni osservatori, poco propensi a dilungarsi in analisi che vadano al di la del risultato. A quattro giornate dalla fine del campionato, il Napoli avrà l’obbligo di mantenere la seconda posizione del podio, un risultato eccellente nonché ampiamente meritato dalla squadra che ha rappresentato la più bella espressione del calcio italiano.
Riccardo Muni
@riccardomuni