Origine russe, l’ex campione del mondo Pietro Vierchowod è stato tra i pochi a varcare in campo la soglia dei quaranta. Per l’esattezza,ha smesso di giocare nel Piacenza a 41 anni suonati. L’ex difensore anche di Roma, Samp e Milan ha rilasciato una lunga intervista attraverso le pagine de “il Mattino” analizzando la sfida di lunedì allo stadio Olimpico tra i giallorossi e il Napoli. «Dipende dalla testa, certo, ma anche dalle gambe. La forma mentale non può prescindere da quella fisica».
Se la sentirebbe di dare un consiglio a Totti? «È lui che deve consigliare se stesso. Conosce perfettamente quali sono le proprie condizioni atletiche e le motivazioni».
In questi casi conta maggiormente l’aspetto psicologico? «No, fermo restando che devi avere dentro di te degli stimoli pazzeschi. Non è facile trovarne tanti quando hai giocato nella stessa squadra per tutta la vita. Nel caso di Totti però mi pare che questo non sia un problema eccessivo perché ha sempre manifestato la volontà di chiudere con la maglia della Roma».
Però non può avere più il fisico di uno che ha venti o trent’anni. «È una semplice questione di allenamento. Durante la settimana deve impegnarsi molto più di prima e degli altri per essere alla pari con tutti».
Si annulla così il gap con chi è più fresco di età? «Il lavoro quotidiano è alla base di tutto. Il fatto che si chiami Totti non deve farlo vivere di rendita. Anzi, se prima si allenava dieci, adesso dovrà passare a venti. Non ci sono altre alternative, deve essere un esempio e un punto di riferimento per tutto lo spogliatoio».
Faceva così anche lei dopo i quaranta?«Lavoravo più dei miei compagni di squadra per colmare la differenza. In questo modo, a 41 anni ho marcato Ronaldo e fatto un figurone. Ho avuto dalla mia parte la fortuna di non aver mai subìto incidenti gravi: con il passar degli anni questo è un bel vantaggio».
Occorrono tabelle di lavoro personalizzate? «È chiaro che Francesco non può svolgere il lavoro di altri venti. La benzina di cui hanno bisogno le gambe va dosata differentemente ma non deve essere inferiore».
Una buona forma fisica lo renderebbe disponibile solo part-time? «Adesso Spalletti lo usa con il contagocce e lui fa gol. Se sta bene, può giocare dall’inizio, perché no. Io Ronaldo l’ho fermato andando in campo dal primo minuto».
È vero che a una certa età il campo sembra più lungo e più largo? «Ovvio, se non hai fiato a sufficienza nei polmoni. Il vero problema sono i tempi di recupero, non la quantità o l’intensità del lavoro di tutti i giorni. Se un calciatore recupera in breve dallo sforzo, può permettersi un minutaggio più elevato in partita. Se fa fatica, non ha senso tenerlo in campo per novanta minuti».
Le prime tre del campionato finiranno in quest’ordine? «Se la Roma avesse solo pareggiato con il Torino, avrei detto di sì . Cinque punti dal Napoli sono tanti ma nemmeno impossibili visto che ci sarà lo scontro diretto. Aspettiamo lunedì e vediamo in quali condizioni si ripresenterà Higuain. Se tornerà da fenomeno, dico Napoli secondo e Roma terza”.
La Redazione