C’è un giocatore del Napoli che sogna di diventare il Totti azzurro. Si chiama Insignee mercoledì sera ha ammirato la Roma, prossima avversaria, e la prodezza del Profeta giallorosso, che ha fatto due gol in 2’ non solo al Torino. Se Insigne pensa che essere punto fermo di un progetto tecnico significhi essere un intoccabile, da schierare come titolare sempre e comunque, sbaglia. E Sarri glielo ha fatto capire proprio al Meazza, sostituendolo non nell’intervallo ma quando è cominciata la ripresa, quasi a volerne sottolineare la negativa prestazione, sotto gli occhi del commissario tecnico della Nazionale, Conte, che in questi giorni deve risolvere gli ultimi dubbi sui convocati per gli Europei. Ai quali, in virtù di un’eccellente stagione, legittimamente Lorenzo aspira. Ma questo non deve farlo indispettire se gioca Mertens, che ha rispettato in silenzio il ruolo di riserva e ha cercato di sfruttare le rare occasioni che l’allenatore gli ha concesso, ad esempio martedì scorso contro il Bologna, partita in cui ha offerto l’assist a Gabbiadini per l’1-0 e ha segnato una tripletta. La Juve e il Napoli hanno dato vita a un avvincente duello per lo scudetto, fino alla sconfitta a Udine, perché Allegri e Sarri hanno potuto gestire due gruppi compatti. «Nel calcio non deve esistere la parola io, ma solo la parola noi»: lo ha detto anche l’ultimo arrivato in panchina, Brocchi, l’allenatore del Milan, quasi coetaneo di Totti. Ecco, questo va ricordato sempre, da un 39enne come da un 25 enne. Tratto da Il Mattino.