Ecco cosa si pensa di ottenere con il ricorso

L’obiettivo non apertamente dichiarato è di arrivare a dimezzare la squalifica: passare, quindi, dalle quattro giornate inflitte la settimana scorsa (una già scontata domenica col Verona) alle due partite di stop. Anche così si spiega perché il Napoli non ha fatto ricorso d’urgenza, “accettando”, in pratica, di perdere Higuaìn per due turni. Sabato, infatti, la squadra di Sarri sarà impegnata a San Siro contro l’Inter nell’anticipo di campionato delle 20,45. Mentre Higuaìn sarà dai giudici a Roma, i suoi compagni di squadra si accingeranno a partire per Milano da Capodichino. L’appuntamento dai giudici, infatti, è in tarda mattinata. Da ciò si capisce che il Napoli non punta a riavere Higuaìn in campo subito, ma “accetta” le due giornate di stop e punta allo sconto di due turni, sperando ovviamente di spuntare almeno una giornata di sconto e riavere Higuaìn in campo contro la Roma nella partita in trasferta di lunedì 25 aprile. È stato Higuaìn stesso a chiedere di essere presente alla discussione sul suo ricorso e spiegare che è stato l’arbitro Irrati a venirgli incontro e non lui a fronteggiarlo. Le mani sul petto sono state messe in modo istintivo, e non c’è stata alcuna spinta. Gesto sì vietato dal regolamento, ma sanzionabile con un turno supplementare, che Higuaìn sconterà contro l’Inter. Il Napoli proverà ad annullare anche il comportamento “aggressivo” che il Pipita avrebbe avuto nei confronti di Felipe. Un presunto calcetto di reazione. Per il Napoli Higuaìn ha soltanto reiterato le proteste. Anche in questo caso i due turni di squalifica sarebbero sufficienti. I fatti, naturalmente,  sono quello di domenica 3 aprile, quando a Udine con la squadra azzurra sotto per 3-1 Higuaìn fu espulso per doppio giallo per un calcetto al 
difensore bianconero. Fonte: Il Roma

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