AVELLINO-PESCARA 1-3
AVELLINO (4-4-2): Frattali 6; Pisano 5 (33′ st Pucino sv), Rea 5,5, Biraschi 5,5, Chiosa 5,5; Insigne 6,5, D’Angelo 5,5, Arini 6 (21′ st Paghera 5,5), Visconti 5 (1′ st Sbaffo 6,5); Castaldo 6, Mokulu 5,5. A disp.: Offredi, Nica, Tavano, Joao Silva, D’Attilio, Bastien. All.: Marcolin 5
Falli commessi: 11
Fuorigioco fatti: 1
PESCARA (4-3-2-1): Aresti 7; Vitturini 5,5, Fornasier 6, Mandragora 6,5, Ventola 6; Memushaj 6, Bruno 6, Verre 7 (40′ st Selasi sv); Pasquato 6,5 (26′ st Acosta 6), Caprari 7 (26′ st Mitrita 6,5); Lapadula 7. A disp.: Fiorillo, Milillo, Diamoutene, Verde, Cocco, Cappelluzzo. All.: Oddo 7
Falli commessi: 12
Fuorigioco fatti: 1
ARBITRO: Ghersini di Genova 6
Guardalinee: Tolfo e D’Apice. Quarto uomo: Robilotta.
MARCATORI: 34′ pt Caprari (P), 5′ st Castaldo (A), 18′ st Lapadula (P), 31′ Mitrita (P).
AMMONITI: Castaldo (A), Pisano (A), Bruno (P), Acosta (P), Rea (A).
NOTE: Spettatori 5mila circa, incasso non comunicato. Angoli 3-0. Rec.: pt 1′, st 3′.
E non finisce qua: non per il Pescara, ovvio, che se la spassa dall’alto d’un terzo posto che sprigiona emozioni; ma neanche per l’Avellino, che ora ha una paura feroce d’essere inghiottito nelle fiamme dell’inferno. Meno sette e ci sarà da vibrare, di gioia o di terrore: ma il 3-1 del P escara è un spruzzata d’ottimismo, quasi un inno liberatorio dopo 4 sconfitte e lascia all’Avellino le ferite da suturare (un punto nelle ultime quattro partite).
GIUSTO. C’è il Pescara, che marchia la serata, ed il risultato lo dice allegramente e con il sostegno di un po’ di sorte (bravo Aresti, un palo di Paghera in chiusura) ma senza mentire: le (otto) assenze non tolgono nulla a Oddo che schiera tre 1997 in campo, certo non il desiderio di provarci, andando a «battezzare» la corsia di destra altrui quella nella quale affondare, ma dopo palleggio che dà respiro e ribaltamento che appiattisce un Avellino già appassito di suo. Caprari fa male a sinistra, Verre governa in mezzo e la fase di contenimento diviene rapidamente di ribaltamento, che Chiosa (5′) spacca con chiusura lampo, che Memushaj (24′) strapazza con un pallido centrale, che l’Avellino interrompe (25′) momentaneamente con Insigne-Mokulu (debole tra le braccia del portiere). Ma quando le distanze si dilatano e l’Avellino diventa ancor meno squadra. Caprari comincia l’opera di demolizione: l’1-0 è bello (34′, palla a girare nell’angolo lontano), il 2-0 è vanificato dallo sventolio di un guardalinee che coglie un fuorigioco inesistente. Ci sono differenze, e si vedono, però è ancora una sfida da vivere e lo spiega Insigne(45′) con l’affondo a destra sul quale non arriva Castaldo.
PROVARCI. Serve una scossa e Marcolin ci prova rimescolando l’Avellino, cercando soluzioni anche offensive, sistemando Insigne nel rombo del centrocampo e adagiando Sbaffo a fare la mezzala di sinistra. Emerge pressione, anche nervosa, e s’avverte la reazione, ch’è vibrante, immediata e produttiva proprio sull’asse Sbaffo-Insigne (5’), l’energizzante per il missile terra-aria di Castaldo che vale il pari e sembra possa servire per far pace con i contestatori della Sud. Ma è soltanto un’impressione (sballata), perché il Pescara ha fretta e in tredici minuti se ne va: stavolta la premiata ditta Memushaj-Lapadula (con Chiosa che stacca tardi) vale il 2-1 e al resto deve pensare Aresti, quando Oddo ha cominciato a rinfrescare il Pescara (dentro Acosta e Mitrita): un prodigio su D’Angelo (22’), un capolavoro su Mokulu (su 25’) le mani che s’allungano sui play off e Mitrita (31’) che ci mette il timbro per il 3-1 che rilancia e lascia quasi impassibile sul palo (45’) di Paghera che non placa l’ira della Sud.Corriere dello Sport