Avellino-Pescara 1-3, Marcolin: “Troppa paura dell’avversario”

Altri tre schiaffi: dopo quelli del Latina arrivano pure dal Pescara nei confronti di una squadra ormai senza anima né cuore, la brutta copia di quella che aveva illuso la tifoseria e la stessa società, quando il traguardo dei play off appariva quello minimo in una stagione complicatasi maledettamente. Sarà meglio cominciare a guardarsi le spalle, anche perché i bonus per l’Avellino sono ormai terminati, compreso quello costituito da una tifoseria sempre vicino alla squadra, generosa e passionale. Sommersi dai fischi e dagli insulti per una nuova sconfitta incassata senza una apprezzabile reazione, i calciatori dell’Avellino sono stati invitati a portarsi sotto la curva, a fine partite, per subire un severo sermone fatto di slogan e di accuse. “Mercenari”, è stato il termine maggiormente utilizzato dal pubblico della curva, in una serata in cui s’è registrata una netta spaccatura tra tifoseria e squadra che continua a registrare pesanti amnesie difensiva e prestazioni individuali non sempre rispondenti alle attese.
timore di sbagliare. Dario Marcolin ha provato a giustificare i suoi uomini: «Sotto il profilo della prestazione ho poco da rimproverare alla mia squadra. Non mi ha soddisfatto il risultato», ha detto il tecnico dell’Avellino sicuramente consapevole che nel calcio contano i punti, i risultati, più che le belle prove. «Nel primo tempo abbiamo giocato con la paura addosso e preso quindi il gol ma nell’intervallo ho detto ai miei uomini di scrollarsi di dosso quel timore di sbagliare, di fare ciò che sanno e la reazione è stata apprezzabile e concreta, considerando il pareggio ottenuto con Castaldo e le occasioni d’oro sprecate da D’Angelo e Mokulu». Disamina giusta ma da completare con quanto avvenuto dopo il gol del pareggio, ovvero altre due reti incassate da un Pescara sceso in campo con una formazione fortemente rimaneggiata, con tre under 19 in difesa. «Aggiungerei pure con un super portiere», ha tenuto a sottolineare Marcolin riferendosi ad Aresti, autore di ottimi interventi.
taccone. «Il portiere è lì per parare», ha ovviamente replicato Massimo Oddo sul fronte opposto, dicendosi contento per il risultato. «Abbiamo compiuto un’impresa su un campo difficile. L’Avellino? C’è bisogno di mente fredda e cuore caldo per uscire da questa situazione, identica a quella vissuta dal mio Pescara. I momenti complicati nel calcio non mancano ma è proprio in questi frangenti che non ci si deve abbattere», è stato il suggerimento di Oddo che ad Avellino si sente legato in modo particolare, avendo suo padre Francesco ottenuto una splendida promozione in B alla guida della formazione irpina.
Il presidente Taccone ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Non parlerei di una brutta sconfitta. È stata semplicemente una sconfitta, i ragazzi hanno giocato ed è significativo che il migliore in campo sia stato il portiere del Pescara». Nessun provvedimento immediato nei confronti della squadra, assolta dal presidente. Se ne riparlerà lunedì, quando i giocatori andranno in ritiro a Paestum. «Si va avanti per raggiungere l’obiettivo della permanenza in B, possibilmente con tranquillità e serenità da parte di tutti», ha sentenziato Taccone.

Corriere dello Sport

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