L’anticipazione della sentenza ad una radio da parte del giudice sportivo, Rizzoli che difende Bonucci dopo oltre due settimane dal derby, tutti reagiscono, tutti dicono la loro, solo il Napoli sceglie il silenzio. Forse perchè il presidente De Laurentiis spera di ottenere, attraverso il suo profilo basso, un ravvedimento, chissà… Intanto, Giuseppe Gazzoni Frascara, presidente del Bologna, fino al 2005, imprenditore che denunciò Calciopoli al quotidiano il Mattino dice: «Calciopoli? Mica è finita. O meglio, quelle organizzazioni che mi hanno distrutto ora non ci sono più. Ma ce ne sono altre. E i risultati non cambiano».
Quanto ci ha rimesso? «In Corte d’Appello, proprio a Napoli, ho chiesto un risarcimento di 115 milioni di euro. Avevo una società che a metà anno valeva 30-35 milioni e che con la retrocessione in B, per quello che vale la serie B, valeva 900mila euro».
Il campionato sembra essere sempre vittima di due pesi e di due misure, come allora. «Non mi meraviglio. È difficile poter credere che tutto si possa decidere solo sul campo. Ora hanno un peso per esempio le scommesse. Ci sono troppi soldi e troppa poca gente che li gestisce».
Tosel ha anticipato il referto arbitrale e la decisione in radio. Che ne pensa? «La vicenda la conosco poco. Credo che il problema, nel caso, non è il giudice sportivo ma chi prende le decisione in campo. Io ricordo solo che una domenica a tre nostri difensori venne estratto un cartellino giallo, guarda caso erano diffidati e combinazione la domenica dopo era la Juventus la nostra avversaria».
A Napoli un po’ tutti i tifosi vedono gli stessi fantasmi? «Le ingiustizie nel calcio sono all’ordine del giorno. Calciopoli non è mai finita e non finirà mai nel senso di un calcio che per certi versi è ancora marcio».
Rizzoli e la testata di Bonucci. «L’ho letta, ma non l’ho vista. Ma conosco Rizzoli, e se ha sbagliato, lo ha fatto in buona fede. Lui è uno che non si inginocchia davanti al potere, è uno che non è per nulla incline a quelli che comandano. Lui non conosce la parola sudditanza».
Possiamo dirlo di tutti? «No, purtroppo sappiamo che i campionati difficilmente vengono vinti dalle squadre simpatiche e brave come lo è il Napoli per esempio».
Che non è una società forte vuol dire? «De Laurentiis non mi sembra uno sprovveduto. Ma certo per poter fronteggiare certe organizzazioni deve ancora lavorare tanto».
Dunque, è il caso di arrendersi nella lotta per il primo posto? «Anche il secondo posto vale tantissimo. E poi è quasi meglio: non si pagano i premi scudetti».
Chi comanda ora nel calcio italiano? «Il Qatar, Abu Dhabi…Chi può permettersi di pagare 20 milioni per un allenatore come Guardiola. E poi, ha visto la richiesta per Conte? Sei mesi? Ma di che parliamo…».