Nel suo ufficio c’era la maglietta con l’autografo di Higuain, perchè Catello Maresca, sostituto procuratore della Dda, il magistrato che fece catturare il capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, è un tifoso azzurro doc. Non l’ha tolta dopo la squalifica, no…l’ha semplicemente portata a casa, per darla al figlio. Il suo amore per il Napoli è nato da adolescente, nell’epopea di Maradona. «Mi aspettavo tre giornate, in caso di accanimento esasperato. Quattro turni è una pena inaudita. Mi fa venire la curiosità di leggere il referto dell’arbitro».
Domenica da dimenticare anche per lui? «Tutta la gestione è stata sbagliata, chi ha giocato lo capiva dalle piccole cose. Irrati ha irritato, in un match giocato dal Napoli con la tensione dell’inseguitore. Però non si parli di accanimento. Il pubblico napoletano, passionale, tende a pensare che tutto rientri in un disegno contrario. Ma si tratta di una gara nata male e finita peggio».
E la reazione di Higuain? «Avevo intuito già da qualche minuto che alla prima occasione qualche azzurro sarebbe stato espulso. E in queste situazioni Gonzalo è il più nervoso di tutti. È come se accumulasse il nervosismo di tutta la squadra, è evidente che certe gare le senta più degli altri. Non riesce a contenere la rabbia, la sua rabbia è quella dei napoletani, di chi subisce un’ingiustizia».
Non si poteva evitare di cadere nelle provocazioni? «Di fronte all’ingiustizia c’è chi si controlla e chi no. Purtroppo sappiamo che Gonzalo non riesce a sopportare i torti. Non è corretto reagire così, penso che sia il primo ad essere pentito. Però discutiamo dell’espulsione, in una partita già complicata e gestita in quel modo».
Nonostante il «peso» di una squadra seconda in classifica. «Due rigori contro in venti minuti, due espulsioni più un mare di cartellini gialli. Così certamente non si salvaguardano le esigenze di una squadra che si gioca lo scudetto».
Il caso Bonucci? «Resta la sensazione di un caso sostanzialmente analogo, anche se i referti arbitrali non dicono questo. Le immagini però mostrano comportamento uguale e trattamento diverso, ecco perché la consideriamo un’ingiustizia. Gonzalo non va punito per il suo carattere, per il modo di esternarlo. Atteggiamenti uguali non possono essere sanzionati in modo così macroscopicamente diverso, da uno a quattro giornate, in un momento così delicato del campionato».
E Tosel? «La rabbia aumenta perché alcuni sembrano conoscere cose prima di noi. C’è da riflettere sulla permeabilità di un sistema che non sembra affidabile».
Si è molto parlato delle violazioni del giudice sportivo. «Estremi di reato non ne vedo. Se dovessi fare un paragone, con ironia ovviamente, parlerei di rivelazione di segreto d’ufficio. E, sempre scherzando naturalmente, di istigazione a delinquere».
Perché? «Ci si lamenta tanto del comportamento dei tifosi, ma bisogna agire con responsabilità. Reazioni violente sono sempre deprecabili e non giustificabili, ma non bisogna accendere la miccia di un sistema che non funziona. Quattro giornate a Higuain sono considerate troppe anche da chi non tifa Napoli, non ricordo una squalifica così pesante se non per comportamenti veramente violenti. Se fossi il prefetto, le prossime partite del Napoli le considererei tutte a rischio».
Il Mattino