C’è poco da scherzare, adesso si fa veramente sul serio e non saranno tollerati ulteriori cali di concentrazione da parte di una squadra che non può accampare alibi. Neppure il cambio di guida tecnica è servito a dare la scossa a calciatori irriconoscibili, la brutta copia degli elementi visti all’opera nella prima parte della stagione. «E’ finita la pacchia per i giocatori», aveva tuonato il presidente Walter Taccone dopo l’esonero di Attilio Tesser, capro espiatorio in una situazione della quale gli unici responsabili sono proprio i calciatori. In teoria è piuttosto lontano il pericolo di finire nei playout perché il margine di vantaggio appare ancora cospicuo ma la rabbia della tifoseria e degli stessi dirigenti è di vedere sciupato un campionato che avrebbe potuto e dovuto riservare maggiori soddisfazioni a chi segue l’Avellino.
SILENZIO. La società ha preferito lasciare in silenzio i calciatori, in questi giorni. Meglio parlare sul campo, attraverso la prestazione e i risultati. Poco avrebbero potuto dire dopo la pessima figura rimediata sul campo del Latina dove l’appiattimento mostrato in precedenza è ulteriormente peggiorato. Ha parlato il ds De Vito, colui che ha costruito questa formazione (e pure quelle degli anni passati) d’intesa con il dg Massimiliano Taccone sotto la supervisione del presidente. «Preferiamo che i calciatori lavorino sul campo per superare questo periodo e raggiungere la quota salvezza quanto prima anziché impegnarsi in dichiarazioni inutili perché contano i fatti più che le parole», ha detto il direttore sportivo annullando subito qualsiasi alibi accampato nei giorni scorsi dai calciatori. «L’ho detto, è meglio che stiano zitti anziché parlare di argomenti che possono ulteriormente irritare noi e i tifosi. La condizione fisica oppure i primi cali registrati non devono costituire un alibi. E’ un discorso intollerabile, non è il caldo o l’eventuale calo fisico a impedire alla squadra di rendersi propositiva, di dimostrare carattere, volontà, determinazione. Vedere il presidente Taccone dispiaciuto a Latina, al pari di tantissimi tifosi che continuano a seguire l’Avellino, è stata una cosa molto brutta. Il presidente ci mette la faccia e il portafogli, la tifoseria tempo, soldi e passione. La prova di Latina è stata vergognosa e d’ora in poi si dovrà lottare su ogni pallone e tirare fuori gli attributi perché a luglio ci saranno discorsi aperti per tutti», è stato l’annuncio del ds destinato ai calciatori. PLAYOFF. Meglio non parlarne più, anche se il traguardo appariva certamente possibile fino a un mese fa. «Concentriamoci sul primo obiettivo, quello della salvezza da centrare in anticipo. Traguardo che non dovrebbe essere un problema e per questo non condivido la preoccupazione di quanti temono che la squadra possa non farcela avendo 44 punti e 7 di vantaggio sulla zona playout», ha detto De Vito. DAL CAMPO. Marcolin prova nuove soluzioni, varianti rispetto al poco convincente 4-3-3. Visconti rientra dalla squalifica, Rea e Insigne sono di nuovo in gruppo dopo aver superato i rispettivi acciacchi, mentre sono indisponibili gli infortunati Migliorini, Gavazzi (distorsione di secondo grado alla caviglia destra), Jidayi (lesione di secondo grado al bicipite femorale destro) ai quali si è aggiunto Nica, bloccato da un affaticamento muscolare al retto femorale sinistro.
Corriere dello Sport