Scommettere su un giovane talento è un po’ come comprare un uovo di Pasqua: lo acquisti, speri che ci sia una bella sorpresa dentro ma non puoi saperlo fino a quando non lo apri. E’ così anche per i baby calciatori: decidi di investire su qualcuno e speri che confermi le aspettative. Più o meno quanto fatto da Voeller, attuale dirigente del Bayer Leverkusen, con Julian Brandt. Classe 1996 nativo di Brema e un passato al Borgfeld, team allenato da Brandt senior, e all’Oberneuland. A 15 anni diventa un elemento del settore giovanile del Wolfsburg e dà già spettacolo, superando quota 20 sia per i gol che per gli assist in 18 mesi di permanenza nella squadra dei Lupi. Dopo aver fatto parte delle selezioni under 17 e 19, lascia il club nel gennaio 2014 per 350.000 euro dopo qualche dissidio relativo alla mancata firma sul contratto che l’avrebbe legato ancora alla società. L’esordio in Bundesliga è datato 15 febbraio 2014: gioca 8 minuti da seconda punta contro lo Schalke 04. La prima gioia, invece, arriva contro l’Amburgo. Nella stessa stagione difende i colori del Leverkusen anche in Champions League e colleziona 15 presenze, 3 reti e 4 passaggi vincenti in totale. Fa ancora meglio nell’annata 14 – 15 quando viene chiamato in causa in 45 occasioni, firma il cartellino 4 volte e regala l’ultimo passaggio per 5. Crescita graduale e costante testimoniata anche dai 5 gol e 6 assist della season attualmente in corso, oltre a garantire una grande duttilità tattica visto che è stato impiegato come ala, sinistra o desta, e sulla trequarti. E’ un attaccante esterno puro, con leve lunghe e alta frequenza di passi in corsa. Da stropicciarsi gli occhi quando dribbla gli avversari come se fosse impegnato nello slalom speciale di sci: sinuoso, lavora con dei cambi di direzione e spezza i raddoppi. Sono frequenti i tagli offensivi in diagonale, ha un’andatura elegante e cambia passo in un amen, ma ha poco agonismo. Sorprende per la facilità di corsa, non dà punti di riferimento al marcatore però è indolente in fase di non possesso. Dimostra tutta la sua qualità quando conduce la palla, è un destro naturale ma usa anche il piede debole. Timido nell’atteggiamento, regala giocate di fino e ha un buon feeling con la porta. Il Bayer il suo uovo di Pasqua l’ha già aperto e ha ricevuto senz’altro una bella sorpresa.
a cura di Francesca Flavio