Novecentosettantatrè minuti, oltre 16 ore di gioco. Che se fossero di volo consentirebbero di partire da Roma e arrivare dall’altra parte del mondo, a Melbourne. Se invece fosse alpinismo ci si potrebbe scalare la parete nord dell’Everest, come fece l’italiano Hans Kammerlander nel 1996. Insomma, da qualsiasi parte lo si guardi il record di imbattibilità di Gigi Buffon è effettivamente roba da marziani. Andando a scavare nella cronaca delle 12 partite che compongono la striscia record, inoltre, scopriamo che in realtà il portierone della Juve è rimasto imbattuto per 50 minuti in più rispetto a quelli ufficiali, raggiungendo la cifra di 1023 minuti. L’inghippo ovviamente sta nei minuti di recupero delle varie partite che non valgono ai fini della contabilità del record, ma hanno visto comunque azioni, tiri in porta, pericoli che avrebbero potuto interromperlo.
QUANTO RECUPERO – I primi 4 minuti sono nella gara in trasferta contro la Sampdoria. Gigi ha incassato al 19’ della ripresa il gol dell’1-2 da Cassano, la gestazione del record è appena iniziata e l’unica preoccupazione è ovviamente quella di portare a casa la nona vittoria consecutiva in campionato: obiettivo centrato anche nei 240 secondi di prolungamento concessi dall’arbitro Mazzoleni. Poi, di seguito, arrivano l’Udinese (2 minuti di recupero nel primo tempo e zero nel secondo per via del risultato ampiamente acquisito), la Roma (0+5), il Chievo (0+2), il Genoa (1+4), il Frosinone (0+4), il Napoli (1+3), il Bologna (0+3), l’Inter (1+6), l’Atalanta (1+6), il Sassuolo (1+4) e i 2 minuti stabiliti da Rizzoli nel primo tempo del derby. I taccuini con gli appunti delle 12 partite non raccontano di clamorose occasioni da gol avute dagli avversari in questi 50 minuti, o di parate eccezionali da parte di Buffon che hanno salvato il risultato e il record, ma vale comunque la pena di sottolinearlo: l’Everest di Gigi vale 973 minuti più 50. Fonte. gasport