Pareggiare contro una squadra che ha già un piede e mezzo in serie A, può essere considerato un buon esordio per il nuovo tecnico Dario Marcolin che ha cambiato poco la fisionomia della squadra affidatagli tre giorni fa. «Abbiamo chiuso tutti gli spazi al Crotone che non s’è mai reso pericoloso. I ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro, sono state importanti le nostre ripartenze, avere tenuto alto il ritmo della gara per non consentire agli avversari di ragionare e organizzarsi per rendersi pericolosi. Devo dire che l’Avellino ha dato veramente tutto, magari è stato poco appariscente ma ha
speso tutte le energie, anche per questo nel secondo tempo s’è venuta fatta sentirei la stanchezza. Si, sono soddisfatto perché è un buon punto di partenza e si potrà fare sicuramente meglio. Sono contento pure di non avere preso gol da una squadra fortissima come il Crotone e di avere visto giocare i miei giocatori sempre con grande lucidità», è il commento di Marcolin dopo la sua prima gara sulla panchina dell’Avellino. Qualche spiegazione circa le sostituzioni, quella di Castaldo con Mokulu, per cominciare. «C’è davvero l’imbarazzo della scelta tra questi due attaccanti molto forti. Inizialmente ho pensato a questa staffetta in modo da sfruttare Mokulu quando la squadra sarebbe andata in affanno e così ho fatto, per tenere comunque in apprensione l’avversario. Poi ho inserito D’Attilio perché D’Angelo accusava crampi e volevo un po’ di gamba fresca. Non è questione, però, di chi gioca e chi subentra, perché, per quanto mi riguarda, i ragazzi sono tutti titolari. Avrei voluto inserire Sbaffo nel finale ma poi ho pensato che fosse più giusto non rovinare l’equilibrio. Ho preferito a quel punto, portare a casa un risultato positivo». In sintesi, Dario Marcolin si dichiara contento per questo esordio e guarda in prospettiva con positività: «Siamo stati squadra, anche quando nel secondo tempo la fatica è venuta fuori ed è questa la risposta più importante venuta dalla partita contro un grande Crotone. Ho ricevuto una risposta di carattere dai giocatori e questa partita deve essere un punto di partenza. Ci sono ancora molte partite da giocare, cercheremo di ottenere il meglio possibile per la classifica».
Juric. Ivan Juric entra il sala stampa mentre scorrono le immagini della vittoria del Cagliari: «Non guardo gli altri risultati. A inizio stagione puntavo su un Crotone che avrebbe potuto conquistare un posto nella griglia dei playoff, sarei stato già contentissimo. Poi le cose si sono messe bene, è andato tutto ogni oltre aspettativa, e siamo qui a parlare di un obiettivo che comincia a diventare concreto», dice l’allenatore del Crotone sbilanciandosi finalmente a parlare di serie A. «Il margine di vantaggio sulla terza è buono ma dovremo saperlo gestire. Questo è un campionato molto difficile, noi sicuramente abbiamo fatto un passo in avanti per la promozione in Serie A. Non facciamo tabelle, pensiamo solo a giocare partita dopo partita». Si comincia a volare alto, insomma, a parlare del futuro, anche di quello che riguarda il prossimo ct della nazionale. S’è fatto il nome di Gasperini e Juric non si fa pregare nel commentare: «Con lui ho imparato tanto da calciatore e da allenatore quale suo vince. Sarebbe bellissimo perché la nazionale potrebbe finalmente giocare con un modulo che offre un calcio spettacolare. Siamo nel campo delle ipotesi ma è un piacere che si sia fatto il suo nome». Poi si cala nel presente, commentando questo pareggio che consente comunque di fare un altro piccolo passo avanti verso la A. «E’ stata una partita molto equilibrata, per gran parte del tempo l’abbiamo fatta noi e tornare a casa con un punto, su questo campo, è importante. Penso che il risultato sia più giusto».Corriere dello Sport