Allan , centrocampista del Napoli, che tanto sta dando alla squadra in questa stagione, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno, di cui riportiamo alcuni stralci. “Mancano otto partite e dobbiamo viverle tutte come finali. E’ un sogno, ma noi dobbiamo restare con i piedi per terra. Non sarà facile, la Juventus le vince tutte. La Roma pure. Noi dobbiamo pensare soltanto a noi e provare a fare il meglio possibile, poi alla fine si vedrà. Certo, sarebbe meraviglioso. Non voglio neanche immaginare cosa accadrebbe”.
Segue il consiglio del suo allenatore, in questa fase non guarda la Juve in tv? “Se sono a casa e in tv c’è la Juve guardo la partita. Ma perché a me piace il bel calcio e quindi è logico che stia davanti alla tv. Ma non mi faccio condizionare, quando vado in campo per la mia squadra, la Juve non esiste più. Più forte la Juve? Credo che siamo uguali. Due squadre con campioni e un bel gruppo. Ce la giochiamo”.
Il più forte, oltre Higuain? “Hamsik. Non ho dubbi. È fortissimo, tatticamente e tecnicamente. Poi ha qualità umane fantastiche. Intelligente, sensibile e anche di carattere. Qui in Italia, secondo me, è sottovalutato. Ha qualità importantissime. Gioca nel mio stesso ruolo, a sinistra, vederlo giocare è una meraviglia”.
Sulla recente panchina: “Sì, ci ho pensato. Può sempre accadere. Ma il mister è stato chiaro, mi ha detto di stare tranquillo e di continuare ad allenarmi bene. Anzi meglio. L’ho fatto ed eccomi qua. Chi ha giocato al mio posto ha fatto bene, ma il calcio è anche questo: competizione. Tutti dobbiamo essere utili. Il mister ce lo ripete spesso, soprattutto per questo finale di stagione. E’ un martello, ci entra nella testa con le sue parole. Pregio e difetto di Sarri? Non si accontenta mai. Ci chiede sempre di più, anche dopo una vittoria. E’ incredibile. Sembra che non sia mai soddisfatto, e martella in continuazione. Questo è il pregio, naturalmente. Perché ci stimola e ci fa crescere. Il difetto è uno solo: fuma davvero tanto”.
Sulla città: “Sono qui a Napoli, la gente mi riconosce per strada. Mi dimostra affetto e passione. Mi fa sentire amato e importante. Sono stato fortunato. Napoli è un po’ come Rio. I tifosi amano il calcio, si affezionano ai loro beniamini e soprattutto con il calcio dimenticano i problemi quotidiani. Li capisco e non mi danno fastidio. Grazie anche a loro se diventiamo famosi. Ma non dobbiamo essere divi”.