L’ Approfondimento di Riccardo Muni – “Chiacchiere, veleni e calcio giocato”

Mentre il Napoli lavora agli ordini di Maurizio Sarri, preparando la sfida casalinga di domenica prossima con il Genoa, sui mezzi di informazione (televisioni, stampa e web) impazzano le previsioni sulla corsa scudetto. Ciò che balza agli occhi del lettore è la diversa considerazione di cui godono le due squadre in lotta per il tricolore, la Juve ed il Napoli. Il palmares gioca un ruolo fondamentale nella difformità di giudizio ed il tentativo di disturbare l’ambiente napoletano è marchiano. Parlare di calciomercato, di rinnovi e di cifre, alla vigilia del rush finale di campionato, è innaturale e controproducente, oltre che dannoso. Per chi vuole fare un’azione di disturbo è un’occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata. Va da se che il futuro prossimo di Higuaìn e Sarri rappresentano argomenti all’ordine del giorno di cui discutere ed ipotizzare per far pendere l’ago della bilancia dalla parte della vecchia signora. E così, mentre si cerca di tranquillizzare l’ambiente bianconero dando per scontata la permanenza di Allegri e Pogba anche per la prossima stagione (che poi certe non sono!), nell’ambiente napoletano si insinua il dubbio sul futuro del bomber e del tecnico ed è inevitabile che cresca la paura di perdere entrambi, in un colpo solo. Gli stessi commenti sulle ultime vittorie di misura assumono contorni diametralmente opposti a seconda se si tratti della Juve o del Napoli. Mentre l’1 a 0 conquistato dai campioni d’Italia in carica è sinonimo di sicurezza e solidità, diventa indice di difficoltà e di stanchezza se ottenuto dal Napoli. Qualcuno lo ha definito, giustamente, razzismo da risultato e non si può che condividere. L’attuale capolista, quindi, naviga verso il quinto tricolore consecutivo, con il vento dell’opinione pubblica a favore, quest’ultima più o meno apertamente schierata dalla parte dei campioni in carica. Secondo i mezzi di stampa, l’abitudine a vincere giocherebbe un ruolo determinante per la vittoria finale dei bianconeri. L’abitudine a vincere, già…ma cos’è se non mancanza di nuovi stimoli? Ed inoltre, la fame di successi e l’entusiasmo per una stagione formidabile non potrebbero avere la meglio? Il Napoli, a cui si dovrebbe dire grazie per tenere vivo l’interesse di un campionato che, viceversa, si porterebbe stancamente verso la fine, combatte da solo contro tutti, inseguendo il grande sogno. La cosa più difficile da fare è mantenere la calma e la lucidità necessaria per isolarsi dalla baraonda di chiacchiere e pronostici. Però, a pensarci bene, è la storia che si ripete dopo oltre venticinque anni. Era così ai tempi del D10S ed è così anche adesso, in maniera diversa e, forse, più esasperata perchè le persone cambiano e con esse è cambiata la società. Anche l’ambiente bianconero accusa cadute di stile negli ultimi tempi. A proposito di rinnovi, in casa Juve si preferisce guardare al contratto di Maurizio Sarri, piuttosto che rispondere dei fatti propri. Ma il direttore generale bianconero non è nuovo ad episodi come questo. Basti pensare ai discorsi sulle differenze di fatturato ed alle reazioni sui torti arbitrali, veri o presunti ed alla facilità con cui certi soggetti cambiano opinione a seconda di chi si parla. Troppe chiacchiere, critiche, accuse e opinioni faziose che rendono incandescente il duello a distanza per lo scudetto. La Juve critica Pepe Reina, per il tweet con cui ha festeggiato il gol del bavarese Thiago Alcantara dimenticando che Llorente, un anno e mezzo fa, fece altrettanto quando l’Atheltic Bilbao eliminò gli azzurri ai preliminari di Champions. Dopo tante brutture, domenica al San Paolo si rinnoverà il gemellaggio trentennale con i tifosi del grifone, una delle pochissime pagine belle di sport e di festa, che rimandano alla memoria la doppia promozione del 2007. Per tenere a distanza la Roma e blindare il secondo posto e con un occhio a chi ci precede, occorrerà massima concentrazione poiché, a nove giornate dal termine, ogni punto perso per strada potrebbe avere un peso decisivo sulla classifica finale. Per dirla con Sarri, il pensiero deve essere uno solo: GENOA.

Riccardo Muni

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