In quel di Palermo, Walter Novellino ripropone la linea a 4 in difesa, Sarri, invece, non cambia niente, neanche una virgola. E non rinuncia ad Hamsik, neppure quando è influenzato. E la mediana azzurra la fa da padrona sul terreno di gioco del Renzo Barbera. Magari meno intensa del solito nelle persone del capitano e di Allan, ma maestosa in Jorginho. Sì, fondamentali i polmoni del mediano ex Udinese, sì, utili gli inserimenti dello slovacco, ma è Jorginho a fare la differenza. Lui sceglie le soluzioni, decide, inventa. Trova strategie, corridoi e palloni, per gli esterni e per il Pipita e si inventa anche primo difensore. E’ pronto allo scarico, smista in verticale, pennella e si inserisce. E’ sempre al posto giusto al momento giusto e rende più facile la vita ai compagni. Tocca un numero di palloni infinito e tutto, tutto quello che passa e deve avere una direzione, è tra i suoi piedi. Da solo, o quasi, sovrasta la mediana del Palermo. E’ una partita dal palleggio continuo, dal giro palla veloce e Jorginho ne detta i tempi. Nel primo tempo è coadiuvato da Allan, che ha un buon ritmo, mentre nel secondo il brasiliano offre soprattutto il suo contributo nella fase ostruzionistica e nella riconquista della palla; non molto da Hamsik che arretra il suo raggio d’azione, anche più del regista azzurro, per cercare di impostare e cucire i reparti. Cerca spesso il gioco di prima, ma la febbre della vigilia lo ha debilitato e si vede. Ma Jorginho, nella gara contro i rosanero, basta da solo e, insieme ad Higuain che sale per aprire altri spazi e cambiar gioco, fa da elastico e gioca a far da elastico, avanza quando vuole e dipinge lanci e passaggi tinti d’azzurro. E’ l’incoronazione di re Jorge!
a cura di Gabriella Calabrese