Menichini è costretto a disertare la sala stampa. «E’ afono», spiega l’addetto stampa Lambiase. Al suo posto c’è il secondo, Bonatti. «Se la differenza l’hanno fatta gli attaccanti? E’ un dato oggettivo, anche se riduttivo. Noi abbiamo avuta poca lucidità nel concretizzare l’enorme mole di gioco costruita fino al decimo della ripresa. Le ragioni? Purtroppo ci troviamo in una condizione di classifica che penalizza lo stato emotivo e fa perdere la lucidità. Conoscevamo la qualità del Lanciano, ma l’atteggiamento che i nostri avversari hanno tenuto nel primo tempo, con un 4-5-1 in fase
MARAGLIULO. L’allenatore ospite è più che soddisfatto. «Credo – dice – che sia stata una bellissima partita. Nel primo tempo ha fatto meglio la Salernitana, colpendo anche un palo. Ma il Lanciano non si è mai messo in difesa, abbiamo sempre cercato di ribaltare l’azione. Nella ripresa, dopo la sfuriata degli avversari nei primi dieci minuti, siamo andati in vantaggio. Cosa è cambiato con la mia gestione? E’ stato determinante entrare e fare subito dei risultati positivi. Non sono un mago, però il morale in una squadra che è in fondo è determinante. Ora il morale è alle stelle, i ragazzi credono nelle loro potenzialità. Salvezza? La speranza è quella».
NALINI. «Non molliamo – sottolinea l’esterno della Salernitana – e daremo il massimo fino in fondo. Il mio lungo stop? C’è stata qualche incomprensione sul protocollo di lavoro. A Bologna avevano una strumentazione migliore e sono andati più a fondo, ma anche qui a Salerno avevano diagnosticato la stessa cosa: una condropatia ed un buchetto nella cartilagine».
Corriere dello Sport