La folle corsa tra le squadre di testa continua a ritmi incessanti e al duo Napoli-Juve si è ufficialmente aggregata la Roma, rigenerata dall’avvento di Luciano Spalletti sulla panchina. Nonostante i cinque punti che la dividono dal Napoli e gli otto dalla Juve capolista, la squadra giallorossa è da tutti, forse troppo generosamente, indicata quale terzo incomodo per la vittoria finale.
Tornando alle cose di casa Napoli, la squadra di Sarri ha ritrovato i tre punti grazie ad altrettanti gol segnati al Chievo, nell’anticipo del sabato sera. Una vittoria che ha ridato agli azzurri la vetta per poche ore, poiché la Juve, con il diciottesimo successo nelle ultime diciannove partite, ha di nuovo ristabilito il più tre di distacco. Il Napoli però sembra divertirsi a scuotere i propri tifosi con un avvio choc (…leggasi errore di Chiriches…) e conseguente gol dei clivensi. Per quanto possa sembrare paradossale, è stato proprio quello il momento in cui si era capito che il Napoli non solo avrebbe reagito e vinto la partita ma avrebbe surclassato i propri avversari. Il gesto di Insigne, che invita il centrale rumeno alla calma, è inequivocabile in tal senso e, come in un compione che si rispetti, prima dell’intervallo Higuaìn (salito a 26 gol in 28 partite!) e Chiriches hanno ribaltato lo svantaggio iniziale. Nella ripresa ci ha pensato Callejòn a mettere nel sacco il 3 a 1 finale ma il punteggio avrebbe potuto essere di ben altre dimensioni. Dopo le difficoltà di febbraio, si è rivista la macchina da guerra, l’orchestra perfetta costruita da Maurizio Sarri e chi è stato chiamato a sostituire qualche compagno in debito di ossigeno, è stato più che degno. Chiriches ha fatto il bello e il cattivo tempo in fatto di gol, ha commesso qualche sbavatura ma, nel complesso, ha disputato una partita più che dignitosa. Meglio di lui ha saputo fare David Lopez, chiamato a far rifiatare Allan, che ha giocato una partita di grande sostanza condita da qualche verticalizzazione e qualche inserimento che ne hanno arricchito la prestazione. Resta un mistero Manolo Gabbiadini, tristemente relegato in panchina. Mister Sarri sa bene quello che fa, tuttavia la paura di vedere arrugginire un bolide abbandonato in un garage fa perlomeno discutere. Chi ha fatto la differenza è stata la coppia Goulham-Hamsik che sul lato mancino ha lavorato ai fianchi l’avversario. Se capitan Marek non rappresenta una novità in tal senso, il terzino franco-algerino ha disputato la migliore partita da quando veste l’azzurro, risultando impeccabile in entrambe le fasi…peccato per qualche cross leggermente fuori misura. Il Napoli è tornato a mostrare la faccia più bella e scintillante di sé, rispondendo con i fatti ai tanti detrattori che ne avevano recitato il de profundis troppo frettolosamente, limitandosi a giudicare i risultati senza leggere tra le infinite pieghe delle partite. E aumenta il rammarico per quel pizzico di fortuna che è mancato nelle tre sfide precedenti quella di sabato, in cui gli azzurri hanno raccolto qualche punto in meno rispetto a quanto avrebbero meritato…a fronte di qualche punto raccolto oltre i propri meriti, da chi ci precede. Se la Roma, rinvigorita da Spalletti è autorizzata a credere nella grande impresa (…e sarebbe tale anche conquistare il secondo posto…) non si capisce come mai il Napoli non possa sentirsi legittimato a credere nel successo finale. Misteri del calcio italiano oppure potenza degli organi di stampa! Premesso che nessuna partita si vince sulla carta e che solo il rettangolo verde può confermare o meno i pronostici, fanno bene Higuaìn & co. a continuare a crederci per farsi trovare pronti qualora quelli avanti dovessero perdere un colpo. La bella prova offerta dall’undici di mister Sarri ha tirato ancora più su il morale di una piazza che si sta dimostrando matura, in barba ai soliti luoghi comuni e che sta dimostrando di essere meravigliosa e meritevole di una grande gioia, molto più di quelle tifoserie che di civile, spesso, hanno davvero molto poco.