E si finisce sempre che nel bel mezzo di una lotta scudetto si finisca con il parlar di contratti…Ottavio Bianchi, tecnico del
primo scudetto, lasciò il Napoli dopo aver messo in bacheca anche la coppa Uefa «Non esistevano più i presupposti per continuare ad andare avanti».
Il rapporto si era consumato, il trionfo in Europa contribuì a ragionare a mente fredda e a lasciare da vincitori. «Le basi si erano sgretolate, mancava la volontà da parte mia e da parte del club. È evidente che l’entusiasmo di aver conquistato un trofeo così importante fece passare in secondo piano dissapori di altra natura. Consensualmente ognuno intraprese una strada nuova».
È solo una formalità quel pezzo di carta firmato? «I contratti come si fanno, così possono essere stracciati il giorno dopo».
Può venir meno la serenità dell’allenatore? «Non penso. Ora è più facile convivere con certe problematiche. Io attraversai un momento difficile perché a Soccavo mi mandarono addirittura quelli dell’Ufficio inchieste: erano convinti che avessi già firmato per un’altra squadra».
Di solito però è così: si rinuncia a un contratto quando ne è in ballo un altro più vantaggioso. «È quello che quasi tutti pensano. Invece non necessariamente esiste un secondo fine dietro una rinuncia».
Non ci sono comunque punti in comune con la faccenda che riguarda Sarri. «Scusi ma perché allora a Napoli è stata tirata fuori questa storia?»
È un argomento di attualità sul quale si è soffermato pure il procuratore del tecnico. «Il quale ha detto cose sacrosante. L’unica strada da seguire in questo periodo della stagione è quella di lasciar perdere certe voci. Non comprendo il motivo per cui se ne debba argomentare proprio in una fase tanto delicata. Non conosco nei dettagli la vicenda ma posso immaginare che il contratto non sia una delle priorità di Maurizio».
Colpa di chi, allora? «Del malcostume del nostro calcio. Appena fai due vittorie consecutive, parte la discussione sul rinnovo. È una brutta mania».
Tratto da Il Mattino