«Mi prendo il risultato, meno la prestazione. In settimana mi farò sentire perché non si può pensare di ambire a una salvezza giocando in questa maniera». Menichini non le manda a dire ai suoi: promette una bella ramanzina, ma almeno si gode il primo successo esterno della stagione: «Chiaramente questo è il lato positivo della nostra serata. Contava tantissimo vincere, ci siamo riusciti all’ultimo tuffo ma con una prova che non può soddisfarmi appieno, perché con l’uomo in più non siamo mai riusciti a imporre il nostro gioco e anzi abbiamo rischiato anche di andare nuovamente sotto. Ripeto, il risultato alla fine è ciò che conta e sono felice perché ci voleva davvero una vittoria lontano dall’Arechi per aumentare le nostre
possibilità di rimontare sulle dirette concorrenti per la salvezza, ma non posso essere completamente soddisfatto. Il Cesena è una squadra bella da vedere e gli applausi a fine gara erano meritati. A noi è mancata un po’ di autostima e di personalità: sembravamo noi ridotti a giocare in dieci, anziché loro».
L’EROE INATTESO. Al Manuzzi anche gli episodi hanno avuto il loro peso: «Mi dicono che il rigore per il Cesena non ci fosse, poi credo che l’espulsione fosse giusta, ma non credo che l’arbitraggio abbia influito sull’andamento della gara. Di sicuro il fatto di aver goduto dell’uomo in più per più di un’ora ci ha favorito, ma a conti fatti nemmeno troppo». Il ritorno alla vittoria in trasferta (l’ultimo era datato 2 aprile 2015 a Pagani) è figlio anche dell’incornata di Ricardo Bagadur: «Siamo stati bravi a reagire dopo essere andati sotto. Abbiamo giocato con grande personalità contro una squadra fortissima che anche con l’uomo in meno s’è dimostrata molto competitiva. Il gol è un premio alla voglia e ai sacrifici che abbiamo fatto in tutto questo tempo. Adesso si apre una fase nuova e vogliamo farci trovare pronti».
Corriere dello Sport