Fulvio Collovati, ex difensore Campione del Mondo: “Il Napoli ha frenato, lo dice la classifica…”. Difficilmente i numeri mentono e quelli azzurri dicono che qualcosa non funziona più bene come prima…
Realizza poco e subisce sistematicamente: troppo facile tirare in ballo la difesa? «In questi casi si parla di fase difensiva. Sarri paga l’appannamento di Higuain: bene o male, i suoi gol coprivano le lacune e aiutavano a vincere. Ma cosa si potrebbe dire all’argentino dopo i 25 gol in 27 sfide di campionato? Assolutamente niente. Anzi, la prodezza di Firenze è un segnale che probabilmente è uscito dal periodo di crisi. È dall’attacco che parte la fase passiva di ogni formazione: se le punte non rientrano, faticano i centrocampisti. Di conseguenza i difensori soffrono».
È un problema anche di centrocampo? «La linea mediana non è brillante come in passato, si è visto lunedì a Firenze. Per quasi un’ora è stata sovrastata dal centrocampo della Fiorentina. Semplice: qualcuno sta tirando il fiato dopo aver corso troppo. La flessione è inevitabile, direi fisiologica nell’arco di una stagione».
Possibile che ora la rincorsa alla Juve costringa il Napoli a dosare ulteriormente in fase offensiva, e di conseguenza a rischiare di più? «Non credo sia una questione tattica perché la squadra ha una fisionomia di gioco ben delineata, che si è sviluppata molto bene in questi mesi. Piuttosto, il paradosso è che proprio il suo modo di stare in campo può trasformarsi in un limite».
Nel senso che il Napoli gioca sempre alla stessa maniera? «Esatto. Un anno fa abbiamo criticato Benitez per il suo integralismo. Non ci fu modo di fargli cambiare idea sul 4-2-3-1. Lo stesso sta facendo Sarri, usa sempre il 4-3-3. Nella pratica si sta dimostrando anche lui un integralista. Questo ovviamente nulla toglie all’ottimo lavoro che sta portando avanti».
Forse perché nelle ultime settimane ha fatto spesso ricorso al turn-over? «Si è trattato di sostituzioni sistematiche, quasi scontate. Il fatto che cambi poco potrebbe significare che non ritiene le “seconde linee” all’altezza dei titolarissimi: le partite più importanti le hanno giocate sempre gli stessi elementi».
La Juventus invece passa dalla difesa a tre a quella a quattro con estrema disinvoltura. «Allegri spesso ricorre alle varianti tattiche. Probabilmente valuta i calciatori della panchina affidabili alla pari di tutti gli altri».
Basta vedere come vengono gestiti Zaza e Gabbiadini. «Sul viso del napoletano si legge il dispiacere per essere utilizzato poco. AncheZaza va in campo con il contagocce ma evidentemente avverte la fiducia del suo tecnico. A 25 milioni di euro, bisognava vendere Gabbiadini a gennaio. Resta comunque il fatto che quella bianconera è in assoluto la rosa più competitiva a livello tecnico».
Contro l’Inter inCoppa si è avuta l’impressione contraria, però. «È una gara che non fa testo, perché comunque la gran parte dei titolari è rimasta fuori. Il match si è giocato sulle motivazioni e sui nervi, i nerazzurri avevano molti più stimoli e si sono esaltati strada facendo. Io non mi illuderei pensando a un crollo improvviso degli juventini, vedrete che domenica a Bergamo torneranno a fare i cannibali».
Tratto da Il Mattino