Il mese di febbraio che si è appena concluso ha segnato un momento delicato per il Napoli, un momento in cui cominciano ad essere messi in discussione alcuni aspetti, tra cui quello atletico. Il Roma ha ascoltato a tal proposito un personaggio che in questo argomento ha voce in capitolo: Eugenio Albarella, ex preparatore atletico del Napoli e della nazionale giapponese, ed attualmente al Beijing Guoan.
Crede che la crisi di risultati si possa realmente spiegare anche con un calo atletico?
“Nel calcio c’è questo luogo comune che quando una squadra non gioca bene, si dà la colpa alla tenuta dei giocatori, ma non è l’unica causa di un periodo di flessione. Nel caso del Napoli credo che si tratti più di un problema mentale, anche perché Sarri e i suoi collaboratori ribadiscono che atleticamente la squadra risponde bene”.
In genere, proprio in questo periodo dell’anno tante squadre vanno
incontro ad un momento di flessione. Conferma?
“È vero, a febbraio si risente spesso, ma questo non vuol dire che non si possa vincere. Basti guardare la Juventus che ha comunque fatto ottimi risultati, perché è una società che ha una rosa profonda, le giuste pressioni dall’alto, tanta fiducia e un’organizzazione creata proprio per ottenere risultati. A Napoli c’è un grande lavoro dello staff tecnico con i giocatori, ma le altre componenti a supporto mancano”.
C’è da preoccuparsi, allora?
“No, assolutamente. Anche perché da qui al termine della stagione, la squadra potrà concentrarsi solo sul campionato. La squadra di Sarri si riprenderà”.
Dunque, è sul piano nervoso che il Napoli al momento non è ai livelli di qualche mese fa?
“Esatto. Le ultime prestazioni sono state mortificate dal risultato. Un periodo di appanna mento fisico è possibile, sia chiaro, ma non credo che sia il vero problema al momento. Se non c’è l’apporto dell’ambiente nel tenere alto il livello di concentrazione nelle gare, si va incontro ad un calo nervoso”.
Si discute tanto della profondità della rosa. Il turnover è davvero così importante in una stagione con tre impegni?
“È chiaro che avere una rosa omogenea anche nelle riserve è sempre meglio. Il Napoli fa turnover, ma ci vuole buon senso nella gestione dei giocatori. I progressi della scienza permettono di recuperare in breve le energie fisiche, ma quelle importanti sono le nervose”.
Si spieghi meglio…
“Ci sono calciatori che sono in grado di recuperare e concentrare le energie nervose in pochissimo tempo, anche ogni tre giorni, come Higuaìn, Messi, Ronaldo, Ibrahimovic, Cavani e altri. Possono fare anche 70 partite all’anno, tenendo sempre un livello altissimo. E sotto quest’aspetto la scienza non ha ancora saputo dare delle spiegazioni. Ad ogni modo, basta l’esperienza di un allenatore per gestire il turnover”.