Corre, corre e fa girare la palla, la metà campo viola e, Borja Valero e Mati Fernandez, con i loro movimenti a “venire dentro” favoriscono gli inserimenti dei due esterni Alonso e Tello che il Napoli soffre. Annaspa la mediana azzurra, barcolla, in preda alla frenesia gigliata, ma stringe i denti e non molla. In cabina di regia per gli uomini di Sarri c’è ovviamente Jorginho, uno a cui Paulo Sousa ha disegnato un quadrilatero perfetto intorno e che è costretto spesso a girarsi, scaricare e ripiegare. Il Napoli fa fatica a gestire la palla come fa di solito, a causa dell’atteggiamento aggressivo della Fiorentina che, nel complesso, tiene in mano il pallino del gioco. L’unico che, nonostante le difficoltà, cerca di dare equilibrio alla manovra azzurra è l’ex Verona, ma i fiato sul collo di Vecino ne limita la libertà di movimento ed il lancio. La partita vuole che per trovar spazi Jorginho debba lottare e contrastare ed il regista partenopeo è l’unico in mediana a conservare un minimo di lucidità per non permettere alla barca di affondare. Ci prova da solo in quanto Allan è in debito di ossigeno e si vede. Il brasiliano va su Borja Valero e su Vecino, ma non riesce ad essere nemmeno alla apri dei suoi dirimpettai di reparto. Ovviamente il Napoli ne perde in fase di possesso e non possesso. Anche il suo sostituto, David Lopez, resta invischiato nell’ intensità viola e soffre enormente la superiorità dei padroni di casa a centrocampo. Nella ripresa il Napoli riesce ad alzare il suo baricentro e a recuperare il proprio possesso palla, avrebbe bisogno degli inserimenti del suo capitano, dei movimenti tra le linee, ma Hamsik non c’è. Almeno, per dirlo meglio, le sua idee pare di vederle, ma non si concretizzano. Il tocco che è impreciso, il passaggio giusto manca, l’uno contro uno non viene mai provato Fai il mediano Marekiaro e addosso ne ha molti, ma non prova mai a superarli.
a cura di Gabriella Calabrese