Ritorna la mediana titolare al San Paolo contro il Milan, ma con le mezzali in affanno si fatica troppo, ed il solo Jorginho fa quello che può. Chiaro da subito il canovaccio della gara, con gli azzurri a fare la partita e gli avversari a provare le ripartenze. Come ha insegnato Donadoni, in quel di Bologna, e come ripreso da molti altri tecnici dopo, per mettere in difficoltà il Napoli devi andare a limitare la sua mente, cioè Jorginho. Mihajlovic preferisce far impostere la difesa azzurra, ma bloccare le linee di passaggio per il gioco dell’ italo-brasiliano. Nonostante questo l’ex Verona, tocca un numero infinito di palloni, esce palla al piede e spesso, da uomo davanti alla difesa si ritrova palla al piede ai limiti dell’ area avversaria. Riesce a dettare bene i tempoi di gioco, soprattutto nel primo tempo, mentre nella ripresa manifesta qualche difficoltà in più. Complice il mancato apporto di Allan ed Hamsik che non riescono ad incidere sulla partita. Il capitano è quasi evanescente e, in una gara dove c’è un’intera squadra dietro la linea della palla ed è impossibile verticalizzare, i suoi movimenti tra le linee ed i suoi inserimenti sarebbero stati un toccasana. Non può far altro che innescare sovente gli esterni Jorginho, ma non sempre funziona. Se Hamsik sembra essere in calo, Allan c’è a metà. Mentre nel primo tempo riesce a tenere testa ai dirimpettati di reparto, innescando un bel duello con Kucka, nella ripresa appare in grosso debito di ossigeno e il recupero palla degli azzurri ne risente. Troppi errori, da parte dei due centrocampisti esterni, palle sanguinose perse che consentono agli uomini in maglia rossonera di ripartire.
a cura di Gabriella Calabrese