Corrado Ferlaino entra nella Hall of fame del calcio italiano, lui, il presidente vincente del Napoli di Maradona, quell’ argentino che gli è rimasto nel cuore e che non ha mai voluto vendere…
Lei uscì dal calcio nel2002, dopo trentatré anni. Mai avuto la tentazione di rientrarvi, con un’altra squadra o un incarico istituzionale? «No, mai. Anche perché sono fedelissimo alla mia squadra e perché ho riscoperto il fascino delle domeniche libere e serene. Pensi a quante migliaia ne ho vissute aspettando che cominciasse la partita…».
Berlusconi ha detto che non chiese Maradona al Napoli perché era una bandiera e lui le bandiere non le tocca: vero? «Non mi ha mai chiesto Maradona, che invece piaceva moltissimo all’Avvocato Agnelli, ma per nostra fortuna Boniperti diceva che non era da Juve… Ebbi un’offerta dal Marsiglia: il presidenteTapie mise sul tavolo un assegno in bianco, però gli dissi che non avrei ceduto il nostro campione. Feci benissimo, senza Diego non avremmo mai vinto il secondo scudetto».
Entra nella Hall of fame del calcio italiano a quasi trent’anni dal secondo e ultimo tricolore di Napoli: quanto è cambiato il calcio? «Non so dire se è peggiorato o migliorato, certamente è diverso. C’è un elemento che lo differenzia rispetto a quello dei miei tempi ed è l’afflusso di denaro. Ricordo due cifre della gestione del Napoli degli scudetti: in cassavamo 20 miliardi di lire e ne spendevamo 35 soltanto in stipendi per i calciatori. Era difficile mantenere l’equilibrio finanziario, servivano grandi sacrifici. È bellissimo vedere oggi il Napoli lassù, a giocarsi lo scudetto. Ma c’è un’altra classifica che dovrebbe farci riflettere, quella degli incassi delle società, specie raffrontando i club italiani a quelli stranieri: è difficile mantenersi a certi livelli considerando i numeri di Real, Barcellona, BayernMonaco».
Il fatturato del Napoli è quasi un terzo di quello della Juve, eppure gli azzurri sono alla pari dei bianconeri in classifica, così come accadeva negli anni Ottanta, quando la forza di Maradona riuscì a sovvertire i rapporti economici e tecnici del calcio italiano: è lo stesso scenario? «Io spero che il Napoli, oggi come allora, riesca a continuare su questi altissimi livelli grazie alla forza di una squadra sospinta dallo strepitoso Higuain: è arrivato a 24 reti e ce ne sono undici di distacco tra lui e chi è al secondo posto nella classifica dei cannonieri. Higuain c’era un anno fa, questa squadra è formata per otto undicesimi da giocatori allenati da Benitez, eppurei risultati non sono gli stessi. Qual è la differenza? Sarri è stato abile a creare un gruppo armonico e compatto, in una parola vincente. E, ricordando che il Napoli stava per prendere altri allenatori, penso a quanto incida la fortuna nel calcio».
Tratto da Il Mattino